Le letture di oggi portano coraggio a tutti le madri e i padri di culle vuote
Oggi si parla di culle vuote.
Di due coppie di sposi, del loro dolore e dell’attesa tradita.
I testi Sacri, scritti da uomini, non si dilungano a spiegare i percome e perché, se le due donne fossero sterili da sempre (magari a essere infertili erano i loro mariti, a quei tempi vacci a capire), se avessero perso dei bimbi nel grembo, quali rimedi dolorosi avessero tentato negli anni.
Nemmeno sappiamo le lacrime versate e i sensi di colpa.
Di sicuro sappiamo che ci sono due donne sterili, la moglie di Manòach e la moglie di Zaccaria cioè Elisabetta.
Di questi ultimi due sappiamo pure che erano avanti negli anni, e che le preghiere e le suppliche fatte a Dio per avere dei figli dovevano essere state una selva, giacché erano giusti, rispettosi di Dio. Zaccaria era pure sacerdote, serviva quotidianamente il Signore. Praticamente due che avevano tutto il diritto di sentirsi beffati alla grande dai cieli.
Ad una certa l’angelo fa la sua entrata in scena in entrambi i casi, portando un annuncio di gioia come a Maria a Nazareth. Nasceranno due bambini che saranno grandi, porteranno salvezza per molti. Sansone e Giovanni.
Ora, la moglie di Manòach non dubita, non dice nulla, probabilmente sorride a 32 denti e basta. E corre dal marito, a riferirgli l’annuncio alla lettera perché la precisione è femmina e quelle parole attese una vita non se le dimenticherà più.
Invece Zaccaria, maschio e sacerdote quindi con una certa reputazione da difendere, al messaggio di Gabriele resta interdetto, replica. E quello lo zittisce fino al giorno della nascita di Giovanni.
Perché l’angelo non è apparso a Elisabetta, evitando così il mutismo di Zaccaria?
Perché la gloria di Dio doveva essere plateale.
Giovanni era davvero un figlio mandato dal cielo per servire Cristo che sarebbe arrivato in viaggio dentro Maria pochi mesi dopo.
Giovanni avrebbe fatto della predicazione il centro della sua vita, e il segno della parola tolta e ridata al padre ne è prova e anticipazione.
A tutte le madri e a tutti i padri di culle vuote, coraggio.
Aprite il cuore e non temete, Dio non dimentica le preghiere di nessuno ma fa nuove tutte le cose.