Da mamma confermo che Dio parla attraverso le bocche dei piccoli
La storia di Susanna è di quelle vecchie come il mondo, un’innocente si trova incastrata da due uomini perversi. E quel che è peggio, i due anziani sono pure ritenuti saggi dal popolo e frequentano regolarmente la casa di Susanna e del marito.
È la storia dell’istinto che annebbia il cervello di chi dovrebbe difendere i deboli avendone il potere, e invece lo usa per opprimerli e abusarne. Un orrore attualissimo. Susanna, che è donna e pure senza testimoni, è spacciata. Va a morte tra la folla, umiliata come la peggio adultera.
Alla poveretta non resta che appellarsi all’unico che davvero conosce la verità e ha occhi dappertutto fin dentro il cuore, cioè il suo Dio. E così Dio fa parlare un giovinetto, chiamato Daniele, che urla “io sono innocente del sangue di lei!”.
Il resto della storia lo conosciamo, Daniele nella sua sapienza trova il modo di incastrare i vecchi facendoli confessare con le loro stesse parole. Susanna è libera, gli anziani perversi messi a morte.
La cosa credo strepitosa di questo episodio raccontato nel libro del profeta Daniele è che Dio può parlare attraverso le bocche dei ragazzetti, dei piccoli.
Da mamma, posso confermare.
I bambini sanno metterci davanti alle nostre contraddizioni, pretendendo la coerenza nei fatti di quello che ci spertichiamo a dire a parole.
Praticamente sono la voce della coscienza formato mignon.
Non si contano le volte in cui dico ai miei bimbi di ascoltarmi mentre io non li ascolto, di fare questo e quello senza da parte mia rispettare le stesse regole che impongo. Conviene prestare orecchio a queste piccole voci senzienti oltre quanto pensiamo.
Auguri ai Daniele, e che questo profeta sapiente ci illumini le capocce.