“Analogia” di Gianluca Sulli & band ci racconta il pensiero del poeta Samargo
Il canto ha un carattere vincolante. All’atto di manifestarsi sonoramente, il pensiero si conferma e precisa. Il canto ratifica il pensiero, perché questo diventa attuale allorché il canto si formula.
(Grazia Marchianò, La Parola e la Forma)
Il singolo Analogia (produzione Aventino Music), di Gianluca Sulli, è un lavoro ambizioso in cui l’autore mette in musica pregiati versi del poeta portoghese del XX secolo, José Saramago. Il gruppo (Marco Salcito alla chitarra, Arcangelo Trabucco al pianoforte, Mario Guarini al basso, Aldo Leandro alla batteria e Antonio Franciosa alle percussioni) viene impreziosito dalla presenza della voce di Cristina Renzetti.
Il testo ‘set to music’ da Sulli è tratto dalla raccolta di Samargo, “Le poesie possibili” (Os poemas possíveis), del 1966. Il compositore, nonché clarinettista, si è avvalso della consulenza della professoressa Fernanda Toriello, esperta e traduttrice dell’opera dello scrittore lusitano. Il testo è composto di quindici versi, con domande nei primi dodici versi, che trovano risposta cumulativa negli ultimi tre. La prima delle cinque domande, l’unica diretta, è Que é o mar?, ‘Cos’è il mare?’ Le quattro domande che seguono, essendo domande retoriche, hanno la caratteristica di non pretendere una risposta, o di non richiederla formalmente.
Le espressioni metaforiche, insieme alle similitudini e alle domande retoriche, si combinano e cooperano, producendo poeticamente una sinergia testuale che agisce nella produzione e nell’interpretazione e che consolida la connessione tra autore e lettori. L’analogia collega le domande retoriche stesse: la seconda con la terza, la quarta con la quinta in caleidoscopiche connessioni. Tutta la forza delle cinque domande si concentra dunque negli ultimi tre versi, che riordinano in un certo qual modo il paragone tra mare e amore, integrandone le espressioni analogiche. Sebbene le domande retoriche, nella loro particolare forma, esprimano una certa impossibilità di risposta esaustiva, le ultime tre strofe offrono tuttavia una chiave di lettura di elevato sapore poetico.
Saramago crea immagini analogiche di grande efficacia tra il mare e l’amore, nella doppia natura che similmente li contraddistingue, in cui convivono quiete e tempesta, pace e tumulto. L’analogia del titolo viene evocata puntualmente dal linguaggio sonoro della partitura di Sulli, persino nelle sue scelte di ripetizione di versi: il necessario (inspirazione ed espirazione) ribadire la prima domanda retorica (que respira?); o parti della seconda, a evocare il flusso e riflusso della spuma delle onde sulla spiaggia. Nella terza stanza fa il suo ingresso Amor strettamente connesso alla successiva (in cui il poeta si rivolge direttamente all’amata), proprio per poter completare uno specifico discorso musicale, che alla fine merita una riesposizione del tema dell’introduzione, affidato al sapiente clarinetto di Sulli; dopodiché si ripropongono le due strofe d’amore rosso sangue. Infine, la musica si placa ritmicamente, per fare spazio alle incomplete risposte, sottolineate con spietata e sottile precisione armonica.
Gianluca Sulli e il suo gruppo hanno dimostrato come si possa ancora oggi comporre, suonare (ensemble strumentale di raffinatissimi musicisti) e cantare (che dire dell’intensità della voce di Cristina Renzetti…) splendide canzoni, confermando e precisando il pensiero di un grande poeta.
ANALOGIA
Que é o mar? Lonjura desmedida
De largos movimentos e marés,
Como um corpo dormente que respira?
Ou isto que mais perto nos alcança,
Bater de azul na praia rebrilhante,
Onde a água se torna aérea espuma?
Amor será o abalo que percorre
No vermelho do sangue as veias tensas
E os nervos arrepia como um gume?
Ou antes esse gesto indefinível
Que o meu corpo transporta para o teu
Quando o tempo recolhe ao seu começo?
Como é o mar, amor é paz e guerra,
Acesa agitação, calma profunda,
Roçar leve de pele, unha que ferra.
Cos’è il mare? Distanza smisurata
di larghi movimenti e di maree,
come un corpo assopito che respira?
O quel che da presso ci raggiunge,
battito blu su spiaggia scintillante,
dove l’acqua si fa aerea spuma?
Amore è forse la scossa che percorre
turgide vene nel rossore del sangue
e tende i nervi come fosse lama?
O forse questo gesto indefinibile
che il mio corpo trasporta verso il tuo
quanto il tempo ritorna al suo principio?
Come il mare, l’amore è pace e guerra,
ardente agitazione, calma profonda,
lieve sfiorar di pelle, unghia che segna.
di Eduardo Ciampi