Intervista a Beatrice Fazi, in scena a teatro con: “Famiglia Micidiale”
Beatrice Fazi, che sarà nostra ospite il prossimo lunedi 6 novembre a Nomadelfia di Roma per la presentazione del suo libro “Un cuore nuovo” è in scena in questi giorni, proprio fino al 5 novembre, con “Famiglia Micidiale”, una commedia divertentissima.
Due famiglie, i Moscetti e i Longobardi, vicini di casa in continua sfida tra loro: dai vestiti firmati alle vacanze lussuose, dalla razza del cane agli addobbi Natalazi…
Questa competizione non si ferma neanche di fronte ad un evento drammatico che un giorno colpisce una delle due famiglie.
Una commedia esilarante ricca di colpi di scena, un giallo comico che vi lascerà incollati alle poltrone!
1) “Famiglia Micidiale” affronta tematiche legate alle dinamiche familiari in modo comico e provocatorio. Qual è, secondo te, il messaggio chiave che lo spettacolo vuole comunicare al pubblico? Come hai lavorato sulla rappresentazione di queste dinamiche sul palcoscenico?
“Famiglia micidiale è una farsa divertentissima nella quale anche le dinamiche familiari sono al limite del paradosso, ci sono un marito e una moglie che in realtà stanno insieme da tanti anni nascondendo un segreto importantissimo, c’è un nonno che a sua volta diciamo ha una storia molto divertente che riguarda il suo matrimonio e l’inimicizia con il suo vicino di casa, c’è una sorella della moglie che alla fine si scoprirà non essere proprio la sorella insomma…. è molto leggera come commedia e non pretendere di lanciare alcun messaggio in particolare se non essere il pretesto per trascorrere una serata con tante tante tante risate. Dubito che nella realtà possano esserci delle storie simili anche se quello che viene fuori come messaggio finale è che per invidia a volte si fanno delle cose bruttissime”
2) Che cosa c’è di “diverso” ogni sera ne recitare sempre la stessa parte? Non è stancante, ripetitivo, noioso?
Recitare tutte le sere davanti a un pubblico diverso è molto stimolante perché anche le stesse battute ogni sera vengono dette in modo diverso. C’è una comunicazione tra pubblico e attori, ci si accorda sul respiro, sulla reazione del pubblico: si capisce se bisogna spingere un po’ di più, se bisogna rallentare. Ogni pubblico è un pubblico a sé ed è molto molto affascinante questa quest’intesa che ogni sera si instaura con un pubblico diverso. E’ impagabile. Io preferisco il teatro al cinema e alla televisione proprio per questo rapporto vivo col pubblico, ogni sera, perché ogni sera il pubblico vede il tuo sudore sulla scena, la tua fatica e capisce che è dedicata tutta ed esclusivamente a lui, a quella sera: è qualcosa di eccezionale, di unico che ogni volta avviene, è qualcosa di esclusivo
3) Nel tuo ruolo di Melina, la cameriera pasticciona di “Un medico in famiglia”, hai fatto divertire milioni di spettatori con le tue gag e i tuoi travestimenti. Come ti sei preparata per questo personaggio? Ti sei ispirata a qualche attrice comica italiana o straniera?
Per il ruolo di Melina mi sono certamente ispirata a Dolores Palumbo che è un’attrice della tradizione napoletana che da giovanissima entrò in compagnia con Eduardo De Filippo e che ha recitato con Totò, con Nino Taranto e appunto da piccola mi abbeveravo di questi film e quindi molto molto mi sono ispirata a lei. Per me non esiste attrice più grande di Monica Vitti ma non oso accostarmi alla sua maestà.
Per prepararmi a rappresentare questo personaggio di Famiglia Micidiale, ovvero Giorgia Moscetti, ho comunque fatto un lavoro di immedesimazione sulla sua storia perché anche il personaggio più surreale, sopra le righe, ha bisogno di fondare la sua esistenza sulla scena su una verità una verità di intenzioni di emozioni e quindi ho cercato di pensare alla sua storia di giovane donna che rimane incinta a 16 anni e poi vabbè non posso svelare tutto…. ma decide di avere questo figlio e poi incontra Saverio, più in là, Vuole diventare famosa anche se ha ormai tra i quaranta e cinquant’anni e quindi è un po’ ridicola nel suo desiderio che manifesta con appunto un atteggiamento che a volte può sembrare superficiale, infantile…. non dico altro, mi sono molto divertita”
4) Hai iniziato la tua carriera teatrale a 14 anni con maestri come Gigi Proietti. Quali sono stati i momenti più significativi e formativi del tuo percorso artistico? C’è qualche ruolo che vorresti interpretare in futuro?
Credo che la formazione sia qualcosa che debba durare per sempre. A 50 anni oggi ancora ho tanto da imparare dai miei colleghi e tutte le esperienze che ho vissuto in palcoscenico, in televisione, al cinema sono state ugualmente formative. Anche anche durante la conduzione delle trasmissioni televisive, sin da quando ho condotto in diretta Big su Rai 1, da giovane fino ai programmi di TV2000 mi hanno dato molto. Ho imparato dagli stessi autori che mi hanno affiancato e in teatro continuamente è stato tutto importante, dai primi passi sulle tavole del palcoscenico del teatro San Genesio a Salerno, fino allo spettacolo che oggi sto facendo con due colleghi che conoscono molto bene la tradizione napoletana: imparare i tempi, i ritmi. Mettersi alla prova anche come autrice nel personaggio di Nunzia quando facevo Macao con un Buoncompagni: è sempre l’occasione per imparare qualcosa e per continuare con entusiasmo e gioia a fare questo mestiere che è uno dei più belli al mondo anche se è molto faticoso e a volte frustrante perché non sempre raccogli quello che semini con tanta fatica. Devo però dire che ancora mi aspetto di fare delle cose belle, ho ancora desiderio di fare delle cose belle! Non non c’è nessuna delle esperienze che ho fatto che preferisco alle altre devo essere sincera, perché sempre ho imparato qualcosa dai miei colleghi, dai registi, dagli autori con molto umiltà: devo dire che mi piace, mi piace tanto imparare, mi piace mettermi in discussione, mi piace farmi trasformare, mi piace esplorare questi nuovi mondi perchè ogni personaggio è un mondo a sé nel quale entra sempre qualcosa di mio ma che mi investe con la sua verità
Nel futuro più immediato mi piacerebbe portare in scena “Perpetua” per poter raccontare un inedito Manzoni così come ho imparato a conoscerlo attraverso la penna di Isabella Becherucci con gli amici di Brusuglio ed Eleonora Mazzoni con “Il cuore è un guazzabuglio”. Davvero c’è tanto tanto da scoprire di questo autore meraviglioso che purtroppo a scuola ti fanno quasi odiare invece varrebbe la pena di restituirlo per come è stato.
5) Si può essere “testimoni” anche da personaggio famoso?
“Un personaggio tra virgolette famoso ha una grande opportunità perché viene ascoltato, viene seguito. Oggi ci sono i followers e quello che dici a volte per alcune persone diventa quasi legge, è un potere che è difficile da gestire, molti ne abusano, lo usano magari per per vendere nel senso più deteriore del termine. Per quanto mi riguarda so di veicolare, di cercare di veicolare certi messaggi nella mia vita che necessariamente devono corrispondere con ciò che vivo nel mio privato per cui io sento addosso una grande responsabilità e chi è sotto i riflettori deve essere un testimone credibile. Per me non esiste separazione tra pubblico e privato. Cerco di raccontare, di promuovere ciò che in prima persona vivo e là dove la mia vita subisce degli scossoni, perché inevitabilmente arrivano le difficoltà, arrivano le tentazioni, il fatto di essere un personaggio pubblico è un grande monito per me perché non vorrei mai e poi mai dare scandalo e quindi cerco di essere coerente. Devo dire che non lo faccio certamente da sola: ho la fortuna di vivere nel privato una bellissima storia d’amore e un matrimonio con un uomo che crede in quello in cui credo io e che testimonia insieme a me che è possibile vivere in un certo modo e per adesso…. andiamo avanti”
Grazie Beatrice. Ci vediamo il 6 sera a Nomadelfia ma soprattutto adesso a teatro!
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