Conoscete la “Sala dei Fiocchi” del Santuario di San Gerardo?
In una domenica di ottobre dove il tempo incerto ti fa decidere all’ ultimo di partire insieme agli amici di sempre, per una visita al Santuario di San Gerardo a Materdomini piccola frazione di Caposele in provincia di Avellino paese rinomato per le sue sorgenti ma anche per il Santo Protettore dei parti felici ossia San Gerardo. Molti ci vanno per fede, almeno spero, a donare il fiocco della nascita dei propri figli o un accessorio dell’infanzia ed anch’io non ho mancato per due volte all’appuntamento col Santo.
La Sala dei Fiocchi, situata nel complesso del Santuario di San Gerardo Maiella, a Caposele, è un luogo ricco di meravigliosi doni che i genitori offrono al Santo, in segno di riconoscimento per le grazie ricevute. Caratterizzata da un’aria gioiosa e commovente, la sala custodisce, al suo interno, i fiocchi e le fotografie anche datate, di tanti piccoli neonati, donati dai rispettivi genitori a San Gerardo, protettore di mamme e bambini. Le pareti e il soffitto sono ricoperti da migliaia di fiocchi di colore rosa e celeste che le mamme hanno favorito, nel corso degli anni, al Santo in segno di ringraziamento, per difficoltà di vario genere superate durante la maternità. Ubicata in uno dei luoghi di culto più amati d’Irpinia, la Sala dei Fiocchi riesce a suscitare immense emozioni nel cuore di tantissimi genitori che, ogni anno, accorrono al Santuario per rendere grazie a San Gerardo.
La sala dei fiocchi si collega ad uno degli episodi più straordinari del Santo, ed è legato ad un fazzoletto e a una fanciulla. Già da giovanissimo Gerardo iniziò con i suoi miracoli, e che fossero tali ne era convinta tutta la popolazione. Un giorno, poco prima di morire, Gerardo fece finta di dimenticare un suo fazzoletto presso la casa di una famiglia che l’ospitava ad Oliveto Citra, in provincia di Salerno.
Accortasene, una bambina gli corse subito dietro. «Gerardo, Gerardo!», urlò, «hai dimenticato il tuo fazzoletto». Ma Gerardo non volle riprenderlo indietro. «Tienilo, un giorno ti potrà servire», le rispose. Diversi anni dopo, quando quella bimba, cresciuta, si sposò finì in ospedale gravissima per una complicanza, durante il parto. Oramai in fin di vita la ragazza si ricordò del fazzoletto di Gerardo, ormai morto, e chiese di aprirlo e posarlo sulla sua pancia. Non appena l’azione fu compiuta, i dolori cessarono e la donna partorì un meraviglioso bambino. Questo si narra da secoli e si trasforma in tanta devozione al Santo compiendo il gesto del fiocco.
San Gerardo, religioso della congregazione dei redentoristi fondata da Sant’Alfonso Maria de’ Liguori, nacque a Muro Lucano (PZ) il 6 aprile 1726. Volendo fin da ragazzo consacrarsi al Signore, provò inizialmente a bussare alla porta dei frati cappuccini che, per motivi di salute, non lo accolsero. A 22 anni conobbe alcuni redentoristi che stavano svolgendo una missione al suo paese. Quei sacerdoti, incantati dalla serietà e dal candore di quel giovane, nonostante una certa perplessità per la fragile salute, lo accolsero. Il 16 luglio 1752 fece voto di povertà, castità, obbedienza e si dedicò ad evangelizzare gli abbandonati e i poveri. Scelse una vita di consacrazione che visse con gioia e divenne l’amico dei poveri e dei contadini.
Si narra che quando passava di paese in paese, ali di folla lo aspettavano sui margini delle strade per avere la sua benedizione o per vedere soltanto questo umile fraticello che, sempre col sorriso, si sforzava di salutare tutti.
Gerardo morì di tubercolosi nel convento di Materdomini all’età di 29 anni, il 16 ottobre 1755.