Ecco che cosa può accadere dopo una bella serata tra mamme
Ci sono incontri che non ti fanno dormire la notte. Persone che ti capita di incrociare per caso. La fregatura è che al caso non ci credo.
Per questo stanotte non ho dormito.
L’altra sera ero in un pub con un’amica. Appuntamento sul punto di saltare come altre volte per i soliti casini maritofigli last minute.
Stavolta vinco stanchezza e complicazioni. Usciamo.
Andiamo nel primo pub della costa che mi viene in mente, potevamo scegliere quello tra altri dieci.
Però andiamo proprio lì.
Serata bella tra donne di chiacchiere e forchetta, si fa tardi, devo riprendere i bambini, andiamo a pagare.
Il ragazzo affaccendato dietro il bancone dice arrivo subito, viene in cassa, chiede se è andato tutto bene, sì grazie.
Mi stende il pos, scambio due parole con questo giovane uomo dalla testa piena di ricci.
Ha i capelli come li portava mio marito quando ci siamo conosciuti venti anni fa, tenuti dietro da una fascia, è giovane come lo era lui. Mi fa simpatia e tenerezza.
Ci augura una buona serata.
Rispondo anche a te.
Ieri la mia amica mi manda un messaggio.
Quel ragazzo pieno di ricci quattro ore dopo averci salutato ha staccato da lavoro, è andato via con la sua moto, sulla via di casa ha avuto un incidente mortale.
Di norma non ricordo quello che ho fatto mezz’ora prima. Non ricordo i nomi delle persone, il parcheggio dell’auto, le cose ascoltate.
Ma quel pressoché insignificante scambio di battute, i gesti e le espressioni, mi sono rimasti misteriosamente intatti in memoria.
Sento che per questo ragazzo devo fare qualcosa.
Perché al caso io proprio non ci credo.
Pregare e scrivere sono le cose che metto a servizio degli altri.
Per questo vi sto scrivendo.
Ieri mio figlio mi ha chiesto perché preghiamo per le persone morte.
Gli ho spiegato che è come soffiare sotto un palloncino che vola verso il cielo, più preghiamo più soffiamo qualcuno verso Gesù.
Più siamo più il soffio è forte, più la salita è rapida.
Se potete una preghiera per Leonardo.
Grazie.