editoriali

Perchè lo spot Esselunga (“La Pesca”) fa tanto discutere

Questo spot è stato molto criticato. Alcuni dicono che colpevolizza i genitori che si separano. Che narra qualcosa che ha il potere di aggiungere dolore ad un dolore che già c’è e che quindi non ha bisogno di essere amplificato.

Io invece penso che questo spot ci dia fastidio perché ci obbliga a comprendere che quella libertà che giustamente noi adulti possiamo agire e gestire nella nostra vita ha inevitabilmente della conseguenze sulle vite di coloro che dipendono da noi.

Non c’è separazione di coppia che non porti dolore nella vita di un figlio.

Quel dolore lì, ovvero quello dei figli, molti genitori preferirebbero non vederlo. Addirittura non pensarlo. “Dottore noi ci separeremo, ma non faremo soffrire i nostri figli”. Accade spesso, nello studio del terapeuta, che una coppia che sta dividendo dica questa frase. In questi casi, noi terapeuti dobbiamo aiutare quei due adulti a riformulare questa frase in un modo completamente diverso: “Vi separerete e la vostra separazione porterà molto dolore nella vita della vostra famiglia. Ma se manterrete alta l’alleanza genitoriale e lavorerete in squadra, insegnerete ai vostri figli che alcuni dolori nella vita non si possono evitare. Però si possono attraversare, elaborare e superare. Non è un’impresa facile e voi dovrete essere capitani coraggiosi dentro una tempesta che dovrete imparare ad addomesticare”.

Anche nelle migliori separazioni, i figli fanno vivere ai genitori attimi di tempesta. La pesca che la bambina dona al suo papà, dicendo che gliel’ha data la mamma, è un’onda che arriva e travolge noi adulti perché ci mostra che nessun bambino è mai felice quando due genitori si separano. E questa è l’unica verità di cui dobbiamo diventare consapevoli. Questo spot ce la racconta. E ce la racconta bene. Non stigmatizza, non condanna, non colpevolizza. al contrario fa ciò di cui tutti i bambini hanno bisogno quando due genitori si separano: responsabilizza gli adulti. Forse per questo è così divisiva e perturbante.

(Il post pubblicato stamane sullo spot Esselunga ha generato un enorme dibattito. Difficile comprendere perché questa storia sia così divisiva. Personalmente non penso che stereotipizzi nulla. Semplicemente racconta una verità attraverso il punto di vista di una bambina.)

La voce dei bambini spesso non compare mai nelle vicende separative, tanto che si è creato un modello di intervento chiamato “gruppi di parola” per far incontrare figli che stanno vivendo la medesima situazione: ovvero la separazione dei due genitori. In questi “gruppi di parola” spesso emergono emozioni e paure, ansie e sentimenti che sono rimasti sotterrati nel silenzio. Lo spot offre una narrazione “perturbante” per noi adulti. Potremmo dire che il messaggio dello spot colpisce al centro del cuore: c’è un dolore profondo che abita il mondo interiore di un bambino quando mamma e papà si separano. Sia chiaro che quel dolore esiste anche nel mondo profondo dei bambini figli di genitori che non si amano e che restano uniti mancandosi di rispetto e coinvolgendoli in scene di urla e disistima. Ma questo breve corto vuole raccontare un’altra cosa. Che ha la sua dignità. E che forse noi adulti preferiremmo non vedere.

Su Famiglia Cristiana ho pubblicato un articolo più completo che contiene anche la riflessione di stamattina. Se volete, leggetelo, condividetelo e commentatelo.

Alberto Pellai

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