Lettera di benvenuto a Don Michele Di Tolve, ora Vescovo per Roma
Per motivi di famiglia (che sono sempre validi quando si ha 4 figli ehehhehe) ho seguito la tua ordinazione episcopale a distanza e neanche in diretta sui social (ero impossibilitato causa concerto di fine stage di mio figlio Matteo) ma in leggera differita sul gruppo “Giovani di Novate” del quale faccio parte ancora nonostante non sia più giovane (ma anche gli altri membri hanno questa caratteristica) e nonostante non viva più a Novate da oltre 20 anni.
Il gruppo Giovani di Novate è stato creato da te il 26 dicembre 2014 alle 18.01 (così leggo nelle impostazione di Whatsapp) e questo ci dice una delle tue caratteristiche fondamentali, ovvero che sei rimasto sempre il nostro coaudiutore, il don dell’Oratorio pronto a giocare con noi, a correre nel campetto, a fare i bans (a proposito, che forte sentire nel video i “giovani di Novate” che intonano Banana cocco baobab subito dopo la tua ordinazione), a gestire il giornalino dell’Oratorio, a confessare tra mille impegni e altri mille ancora e infine a prepararci la miglior grolla di tutto il Pianeta prima di cominciare la riunione organizzativa con gli animatori del campeggio e desideroso di rimanere in contatto, di sapere ancora e ancora delle nostre vite.
(Don Michele in questo gruppo risponde sempre, cosippure se gli scrivi privatamente per una preghiera, una confidenza o una semplice comunicazione. Sempre)
Erano i primi di agosto del 2020. Tu eri in giro per l’Umbria con un tuo collaboratore (avevo visto su Facebook) e pure io lo ero con la famiglia, e quindi ti ho scritto e subito ci siamo coordinati e poi incontrati davanti alla Cattedrale di Todi e così ho potuto presentarti tutta la mia banda e mai avrei pensato alla Grazia di averti a Roma tra di noi dal prossimo mese… eppure sarà così.
In tantissimi amici sacerdoti di Roma, incuriositi dalla tua foto sul mio stato di whatsapp, mi hanno chiesto di te perchè tutti si domandano: che ci fa un prete milanese nella Curia Romana?
A tutti rispondo quello che ti sto scrivendo ora: “io so solo che è rimasto sempre lo stesso: disponibile, presente, allegro e non ha mai cambiato numero di telefono quindi sempre raggiungibile”.
Mi pare di aver ritrovato queste parole pure nell’Omelia dell’ArciVescovo Metropolita Delpini “«Nella loro missione – ha ammonito Delpini, riprendendo la prima lettura tratta dal libro dell’Esodo e ricordando la figura di Mosè che guidò gli Ebrei smarriti fuori dalla terra di schiavitù del faraone -, coloro che si fanno carico del popolo senza sogni conoscono momenti di popolarità, sono circondati talvolta da gente euforica, entusiasta. Capita però, e forse anche più spesso, che si rendano impopolari perché disturbano la rassegnazione». Da qui la volontà del presule di offrire delle indicazioni al nuovo ordinato perché «un popolo scontento e miserabile, il popolo del lamento senza speranza, che grida e si rassegna, vive in Egitto ma forse vive dappertutto. Forse vive anche oggi, forse vive anche nella Chiesa». (fonte)
Forse anche a Roma.
Benvenuto a Roma Don! Ti aspetto, la mia moto è pronta per darti un passaggio a conoscere i quartieri della città eterna, a portarti nella mia Parrocchia di San Lino o nelle Comunità amiche a cominciare da Nomadelfia e dalla Casa Famiglia delle Suore Calasanziane e dovunque tu vorrai. Possiamo anche andare a prenderci un buon panino con la porchetta o allungare al mare.
Ti porto ovunque vorrai Don, ho la “bussola” giusta e potremmo anche infilarci in una delle numerose Chiese di Roma e dintorni, inginocchiarci in preghiera un po’ e ringraziare per tutto quello che il Signore sta compiendo nelle nostre vite.
Benvenuto Don, mi sono emozionato tanto ieri grazie al foto-video racconto dei giovani di Novate (grazie ragazzi di cuore) e mi sono emozionato oggi a scriverti questa lettera di benvenuto.
Qui tutti ti aspettano, io e la mia famiglia in modo particolare. T’abbraccio