Le buone azioni fatte col cuore, con la mente e …con la panza
Oggi ho fatto la mia buona azione quotidiana. Mi capita spesso di farla non perché sono un Santo ma perché, a ben guardare, la Provvidenza ci presenta ogni giorno la possibilità di diventare Santi anche passando attraverso le buone azioni.
Oltre al classico aiuto ai nonnetti ad attraversare la strada (ma di questo periodo state in casa che fa troppo caldo!), al sorridere ai famigliari al mattino, all’usare “sorrise parolette brevi” per stemperare, e non esasperare, le situazioni e al mettere mi piace ai post di persone che raccolgono poco consenso, oggi me ne è capitata una che mai mi sarei sognato.
Mentre passeggiavo sul bagnasciuga di Torvajanica, due robusti Pescatori intenti a disincagliare il loro peschereccio dalla sabbia, al vedermi si sono fermati in simultanea con sguardo di meraviglia, come quello di coloro che intravvedono l’agognata soluzione al loro momentaneo problema.
“Scusi signore” mi hanno apostrofato in sincrona “ci aiuterebbe a liberare l’amato peschereccio dalle odiate sabbie in cui erroneamente si è arenato?”
Vinto il timor della fatica, grazie alla cordiale richiesta, mi son subito prestato all’opera consapevole di poter così guadagnare altri famosi punti Paradiso (o Purgatorio) ma solo allora la mia sorpresa è stata ancor più grande come il premio ricevuto per la immediata disponibilità.
“No non deve aiutarci a sollevare la barca – mi ha detto uno dei due gentili pescatori – ci serve che faccia da contrappeso”.
Ho quindi adagiato la mia adeguata sostanza sul bordo del peschereccio e mi sono goduto lo spettacolo di loro due che, con meno fatica, hanno disincagliato la barca che ha potuto così riprendere subitaneamente il largo.
Ognuno di noi, si dice, scrive con la propria vita il Quinto Evangelio, giusto? Ecco. Per la prima volta in vita mia ho scoperto l’utilità sociale ed evangelica della mia “ciccia” e ho imparato, e quindi posso testimoniare, che le buone azioni si possono compiere di cuore, d’intelletto e di panza.