I consigli di lettura di Benedetta Bindi
Romana Petri – Rubare la notte
“Bisogna vivere, per poter scrivere” Antoine de Saint-Exuèry
Quest’estate consiglio di leggere, un romanzo: “ Rubare la notte” di Romana Petri. Una delle finaliste del premio Strega 2023, non la vincitrice, ma sicuramente una delle voci più interessanti. La Petri fa una sorta di biografia- romanzata di Antoine de Saint-Exupèry, l’autore del Piccolo Principe, erroneamente conosciuto solo per questo piccolo, potente, meraviglioso libro. Il romanzo della Petri consacra Antoine a talentuoso scrittore, perché pochi sanno che prima il pubblicare la favola del bambino biondo, che l’ha reso celebre nel mondo, l’autore era già molto conosciuto in Francia, per altri romanzi: “Volo di notte”, “Terra deli uomini”, “Pilota di guerra” .
L’aviatore- scrittore, ci narra la Petri, aveva una passione per i libri totale, addirittura sa portarli con se in volo. Pare ne sfogliasse delle pagine, quando il cielo era sereno e l’Oceano sotto di lui sconfinato! Scopriamo mentre ci addentriamo in ogni pagina, come un sub che scopre un fondale, i meandri della sua mente.
Tonio come era soprannominato era: folle, malinconico, e prendeva a morsi la vita, tanto l’amava. Terminato il romanzo ho avuto la sensazione di vita averlo conosciuto davvero. Era un uomo cresciuto in una famiglia agiata, scriveva poesia sin da bambino, e poi obbligava tutti ad ascoltarle, era venato di una leggera tristezza, che si portava dietro come la coperta di Linus. Primo perché già dall’infanzia era stato segnato dal lutto: la perdita di un fratellino, secondo perché più cresceva, più sentiva che la sua amata infanzia, quella che gli è apparsa per tutta la sua vita, come l’età più bella, volgeva ogni giorno che passava al termine.
La Petri, dopo essersi documentata a lungo su Tonio, introduce nel romanzo delle lettere che fa scrivere al protagonista, per sua amata madre. Qui meglio che in altre pagine del libro, capiamo i pensieri dello scrittore: “Dio è musica. È il nodo che lega tutto. Non è occhio ne labbra. È sorriso. Ho impressione di avervelo già detto, l’ho fatto? Non prendetemi per blasfemo, ma sto anche pensando che…”
La sua ricerca spirituale traspare spesso nelle pagine del romanzo, come il peso che sentiva fin da piccolo, di doversi separare dalla mamma crescendo: “Tonio perché non fai un sorriso alla mamma? E io sentivo di dover compiere un’impresa eroica, e mi impegnavo per voi. So di avervi regalato i miei sorrisi più belli”.
Oppure quando parla della sua natura: “Dite che sono incoerente? Va bene, le incoerenze sono il bagaglio di chi è in costante ricerca. Se non fossi incoerente ucciderei la vita che è in me”. Antoine si è perso un giorno nel cielo. Non è più tornato dal suo ultimo volo, forse per un incidente o un malore, oppure ha scelto il suicidio, come il suo Piccolo Principe. Sapeva che stava invecchiando, aveva già alcuni problemi fisici, e che era condannato per l’età,
ad abbandonare prima o poi il suo desiderio viscerale di volare.
L’autrice conclude il romanzo dicendo : “Affondare non gli diede più tempo per alcuna domanda…” lasciando aperto in ognuno di noi, la scelta di decidere cosa abbia fatto. La Petri l’ ha immaginato riconciliato con l’acqua, con il liquido amniotico del ventre materno, quello che per sua natura, non avrebbe mai voluto abbandonare, lasciandoci un dolce ricordo di questo uomo-bambino, e forse proprio per questo così speciale, con le sue
innumerevoli contraddizioni e le sue riflessioni sulla vita e sulla morte. Non dirò altro di lui per lasciarvi il piacere di scoprirlo!