A Nomadelfia con Cantelmi e Polidoro abbiamo parlato di amore autentico (video dell’incontro)
Che bella serata in perfetto stile Centuplo a Nomadelfia! Grazie a tutti. Grazie a Francesco di Nomadelfia che ci ha ospitato; a Tonino Cantelmi, sempre attivo e positivo nell’aiutarci a trovare le migliori soluzioni ai problemi contemporanei; grazie a Paola Polidoro per la sua testimonianza scritta e orale e grazie a tutti voi presenti che avete partecipato non solo ascoltando ma anche dialogando con noi.
Vi lascio qui di seguito il magistrale testo di Don Zeno sull’amore citato nel suo saluto da Francesco di Nomadelfia e il link alla registrazione per poter (ri) ascoltare tutto e …prendere appunti e stimoli per noi e per i nostri figli.
Amore ( Don Zeno 1928)
L’Amore è una forza che ci attrae verso qualcosa. L’Amore vorrebbe di due esseri farne uno solo. L’abbraccio vuol dire che i due individui starebbero bene se si fondessero in uno solo. Dei due stringe di più colui che ama maggiormente. Che cosa amiamo noi?
Io so di aver amato così: Da fanciullo ho sentito di amare fortemente i vecchi che stavano in mia compagnia e che mi raccontavano con generosità le loro vicende.
Piansi amaramente quando un vecchio guardiano dei vicini Signori se ne era partito per il suo paese. Stavamo insieme di guardia all’uva, egli mi raccontava tante e interessanti sue vicende… Era buono per me, tanto buono…. E se andò!….
Amai le bestie…. Uccisero una scrofa che aveva allevato molta prole, io la curavo, la conducevo al pascolo…. Piansi amaramente. Un cane di nome Reno…. Lo amavo molto…. Fu preso dall’accalappiacani…. Piansi; lo potei riavere e fui contento, esso al rivedermi mi saltava al collo né sapeva come meglio esternare il suo
godimento…. Amai molto gli zingari…. Partire con gli zingari fu sempre un mio sogno infantile. Amo la mamma, il babbo, i parenti, ma di ciò me ne sono accorto tardi; si vede che il contegno loro a mio riguardo mi nascondeva l’amore e mi faceva sentire la disciplina educativa ed organizzativa della famiglia.
Difendevo fin da fanciullo il nome di Dio e della Chiesa.
Mi innamorai di una fanciulla, poi di un’altra non vedevo più altro era amore questo?… Ero intimo amico del Parroco ma quell’amore tutto offuscava…
Di giorno, di notte, sempre la mente, il cuore fermentavano verso quella creatura. Uno sguardo, un incontro, una parola, una lettera erano tesori, e ogni piccola conquista ne faceva costruire un castello. Piansi e tutto svanì. Amai ancora le donne, soffersi, piansi amaramente, sognai mille scene della vita domestica… Ma
tutto svanì. Cercai un Essere che rimanesse e non svanisse… Lo cerco ancora benché l’abbia sempre trovato… Mi innamorai di Dio corsi per ogni dove per cercarGli dei doni, non badai a sacrifici, mi lasciai prendere da eccessivi entusiasmi; portarGli dei doni, delle anime, dei fanciulli, dei giovani, degli infelici… Glieli offersi e Lui li lasciò disperdere… Sia fatta la sua volontà…
Fu vero amore?
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