Culla per la vita: non è un abbandono ma un lascito, un dono
Enea, culla per la vita. Nel personale tripudio di gioia per questa doppia vita salvata, ho raggiunto, per una breve intervista, l’amica Lucia Galvani, volontaria del Movimento per la vita di Bologna, città dove esiste una Culla per la vita.
1) Ciao Lucia. Stupore ha creato la vicenda della culla per la vita di Milano. Perchè una pro life esulta per questa notizia? Perché siamo felici davanti a questo abbandono?
“Non parlerei di abbandono ma di “lascito”…. questa mamma non ha abbandonato Enea ma lo ha lasciato a chi sicuramente se ne poteva prendere cura subito perché sapeva bene che lei non sarebbe stata capace (chissà per quali ragioni poi!). Lo ha portato in grembo, partorito e pulito e “sistemato” per chi lo ha trovato… insieme ad una lettera di “presentazione” del bimbo.. Ce lo ha “donato” …. chissà quanto le è costato tutto questo….ma che grande coraggio e forza che ha avuto!”
2 Quando sono nate le culle per la vita e dove si trovano in Italia?
” Le culle per la vita sono nate dall’intuizione di Giuseppe Garrone , Movimento per la Vita di Casale Monferrato negli anni ’90. Lui all’ennesimo ritrovamento di bambino in un cassonetto dell’immondizia pensò proprio ad un “cassonetto per la vita” per evitare abbandoni letali per i neonati. Trovò non pochi ostacoli ma grazie alla sua perseveranza oggi abbiamo le culle per la vita in tante città italiane. Mi piace poter qui ringraziare e ricordare Giuseppe Garrone che pure inventò il numero verde SOSVITA 800813000 presso il quale, in questo momento, io stessa svolgo volontariato.”
3) In un vostro post avete scritto che forse peccate di comunicazione, in riferimento alla Culla per la vita di Bologna. Parlacene qui su ilcentuplo.
“Nel 2017 insieme all’associazione Medici Cattolici di Bologna, noi del Movimento per la Vita di Bologna, abbiamo contribuito alla realizzazione di una culla per la vita nella nostra città vicino al cancello di un convento di Suore Minime dell’addolorata (congregazione creata da Santa Clelia Barbieri). Bologna è nota per la sua avversione a qualunque cosa di prolife venga presentata e proposta…. sembra a volte proprio nemica della vita…non nascondiamo la difficoltà a lavorare per la vita in questo contesto, tra minacce e ostacoli. Ricordo che, poco prima della decisione dell’apertura della culla per la vita, a Bologna fu ritrovata una bambina in un cassonetto proprio sotto l’abitazione dell’allora Cardinale di Bologna, Carlo Caffarra. Questa bimba richiamò l’attenzione di un uomo che aveva appena buttato la spazzatura e che la portò in salvo. Fu portata subito in ospedale, le fu messo nome Maria Grazia, e ora sarà sicuramente tra l’amore della sua famiglia adottante.”
4) Più che direttamente legate al salvataggio di vite umane, quella della culla per la vita sembra avere un valore culturale, è così?
“Sì, fare cultura è l’obbiettivo “padre” ….quello appunto che pensava il grande Giuseppe Garrone…chiamandolo “cassonetto” ma “per la vita”! Più persone sapranno di queste culle più, si spera, meno bambini verranno gettati nei cassonetti dell’immondizia (cosa che ahimé persiste ancora) … Magari qualche mamma potrà desistere dal pensiero di abortire il proprio bambino e nonostante persistano le condizioni estreme per cui lei davvero non riesce a tenerlo con sé, può “lasciare” il bambino in sicurezza e donargli una nuova vita.”
Grazie Lucia per il tuo impegno e grazie anche per averci permesso qui, sulle pagine de Ilcentuplo, di ricordare il grande amico prolife Giuseppe Garrone.
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