Pasqua di Parole
Guardami come hai guardato Pietro dopo il rinnegamento
Il Giudice del mondo, che un giorno ritornerà a giudicare tutti noi, sta lì, annientato, disonorato e inerme davanti al giudice terreno. Pilato non è un mostro di malvagità. Sa che questo condannato è innocente; cerca il modo di liberarlo. Ma il suo cuore è diviso. E alla fine fa prevalere sul diritto la sua posizione, se stesso. Anche gli uomini che urlano e chiedono la morte di Gesù non sono dei mostri di malvagità. Molti di loro, il giorno di Pentecoste, si
sentiranno “trafiggere il cuore” (At 2, 37), quando Pietro dirà loro: “Gesù di Nazareth – uomo accreditato da Dio presso di voi – … voi l’avete inchiodato sulla croce per mano di empi…” (At 2, 22s). Ma in quel momento subiscono l’influenza della folla. Urlano perché urlano gli altri e come urlano gli altri. E così, la giustizia viene calpestata per vigliaccheria, per pusillanimità, per paura del diktat della mentalità dominante. La sottile voce della coscienza viene soffocata dalle urla della folla. L’indecisione, il rispetto umano conferiscono forza al male.
(Joseph Ratzinger per la via Crucis del 2005, poco prima che diventasse papa)
Una Pasqua fiorita
Apriamo al Signore i nostri sepolcri, affinché Gesù entri e dia vita. La prima pietra da far rotolare è proprio la mancanza di speranza che ci chiude in noi stessi. In certi posti la Pasqua si chiama “Pasqua fiorita”, perché fiorisce il Cristo nuovo!
(Papa Francesco)
Il cristiano gode interiormente vera felicità
Rosmini, un giorno, dopo aver contemplato dalla sua dimora di Stresa il magnifico paesaggio, volgendosi raggiante a un compagno, esclamò: «A momenti mi par d’essere Adamo nell’innocenza, tanto mi paiono belle tutte le cose!» Poi, ricordando che in quel tempo si infieriva contro di lui, soggiunse: «Le persecuzioni stesse mi sembrano belle!» Con la semplicità del cuore, di chi non ha offuscato mai il candore battesimale, egli si librava sopra il creato verso quella «bontà essenziale che», diceva, «si comunica alla creatura che si rivolge a lui, e l’ha creata per questa ineffabile comunicazione».
Perché, osservava, Dio ci vuole prima buoni per farci felici; e il sapiente, cioè il cristiano che vive amico al suo Dio, gode interiormente vera felicità «anche in mezzo a tutti i mali del mondo», mentre chi è nemico di Dio è intrinsecamente «malcontento e infelice anche possedendo tutti i beni di questo mondo, perché non può mai fuggire da se stesso».
(Clemente Rebora, Rosmini ascetico, Interlinea 1995)
Il Diavolo al servizio della Chiesa
Il Diavolo ha reso tali servigi alla Chiesa, che io mi meraviglio come esso non sia stato ancora canonizzato.
(Carlo Alberto Pisani Dossi)
a cura di Gianni Mussini