La storia dell’Olio di Capaci
Martedì sono andata alla messa per far benedire le uova prima di Pasqua. Pur essendo una messa feriale è stata presieduta dal vescovo alla presenza delle forze dell’ordine e della questore della provincia di Rimini per la consegna dell’olio di Capaci. Il parroco lo aveva annunciato alla messa della domenica precedente ma io non avendone mai sentito parlare l’avevo dimenticato subito.
La storia comincia da lontano. Tutti ricordano il tragico 23 maggio del 1992 quando l’auto dove viaggiavano il giudice Falcone con la moglie e le auto della scorta saltarono in aria mentre viaggiavano nei pressi di Capaci. Una delle auto della scorta si schiantò in un campo di ulivi. In questo campo una delle vedove decise di creare un Giardino della memoria e, con la collaborazione dell’associazione nata dopo la strage in memoria delle vittime della mafia, ha avviato una piccola produzione di olio, coinvolgendo le forze dell’ordine e i ragazzi del carcere minorile e della scuola superiore.
L’anno scorso, nel trentennale della strage, la questura di Palermo ha regalato l’olio prodotto alla diocesi di Palermo e quest’anno tutte le Questure d’Italia hanno regalato l’olio alle rispettive Diocesi. Oggi dunque il nostro vescovo ha ricevuto dalle mani della questore di Rimini l’olio di Capaci e Giovedì Santo durante la Messa Crismale lo benedirà per farne l’Olio Crismale con il quale verranno amministrati i Sacramenti.
Un bellissimo segno, che non potrebbe essere più azzeccato. Dalla tragedia della morte si è riusciti a ricavare un segno di vita, l’olio che con il Sacramento ci dona nuova vita in Cristo. È vero davvero: la morte non ha mai l’ultima parola.