Belli come il Sole!
O Dio, che hai chiamato alla fede i nostri padri e per mezzo del Vangelo hai fatto risplendere la vita, aprici all’ascolto del tuo Figlio …
(Preghiera colletta II Quaresima/A)
All’inizio del cammino di fede c’è l’ascolto. Prima ancora a dire il vero c’è una parola, la Parola, altrimenti il nostro è un ascolto vuoto. Domenica scorsa abbiamo contemplato Gesù da solo nel deserto, e non era in un deserto arido, assente, ma un tempo e uno spazio carico di una parola, quella del Padre. Oggi – dopo l’arsura del digiuno e la fatica delle prove e tentazioni – contempliamo la bellezza luminosissima del dialogo d’amore. Ecco cos’è la preghiera: dialogo amoroso, intimità piena di pathos e scambio di doni tra creatore e creatura, tra padre e figlio, tra amico e amico. Cor ad cor loquitur.
Gesù conduce anche me, anche te, come i discepoli Pietro, Giovanni e Giacomo sull’alto monte della preghiera. Noi fatichiamo ancora a vivere la PREGHIERA così. La scambiamo con la recita di formule o la comprensione solo intellettuali di concetti astratti anche se pieni di spiritualità. Gesù dialoga con Mosè ed Elia. Entra in relazione con la legge e con la profezia. Gesù non subisce la legge come una mannaia sulla testa o un elenco di
norme da osservare e di proibizioni da vivere con sforzo. Anche perché lui è compimento della legge. Se mi amate, dice il Signore nel Vangelo, osserverete i miei comandamenti. Chi ama il fratello e la sorella infatti ha pienamente adempiuto la legge. E parla anche con Elia. Non basta l’osservanza della legge, ci vuole quel tocco di libertà dello Spirito che fa uscire fuori da noi stessi l’oltre di Dio, la sobria follia, l’audacia di chi osa sguardi lontani, agisce con coraggio e rompe schemi preconfezionati.
Il profeta vive non di ispirazione basata sul suo estro, ma dell’ispirazione infuocata e vivace dello Spirito Santo. Con la luce abbagliante ma non accecante del Tabor Gesù è ancora in cammino verso il Golgota, per adempiere il progetto d’amore, la sua vocazione: portare l’umanità nel Regno e portare il Regno nel mondo, fino alla Croce. I discepoli sono presenti ma non del tutto all’evento glorioso cui hanno partecipato; essi vorrebbero fermarsi, immobilizzare e gelosamente trattenere quello spazio di luce gioiosa. Cristo conduce sempre ad uscire da sé e a continuare il percorso, con la stessa fede e fiducia di Abramo che parte lasciando la terra natia per la Terra promessa.
Attingiamo anche noi a piene mani la luce dell’Eucaristia, gustiamo la dolcezza squisita della Parola di Dio in questa Domenica, inebriamoci di Amore divino …
perché, accogliendo in noi il mistero della croce,
possiamo essere con lui trasfigurati nella luce. (Preghiera colletta II Quaresima/A)
E con la forza di questa luce proseguiamo
l’itinerario quaresimale ancora per altre settimane
senza perderci d’animo ma lasciandoci
illuminare interiormente
dall’amore di Gesù il Bellissimo.
Lui rende santi i peccatori, rende gioiosi i tristi,
rende liberi gli schiavi e abbellisce tutto ciò che prende nelle Sue mani. Amen
Don Domenico Savio Pierro