Io e Barbara: 25 anni insieme
In questa settimana, 25 anni fa, io e Barbara ci siamo sposati. Raramente uso le mie pagina social per condividere eventi così intimi che riguardano la mia sfera privata. Oggi lo faccio perché penso che ci sia un bisogno molto forte di essere testimoni della bellezza e allo stesso tempo della fatica e dell’impegnatività che l’amore di coppia richiede. Ricordo ancora quel senso di gioia e disorientamento che ho provato il giorno delle nostre nozze. Mi sentivo impotente davanti alla promessa del “per sempre” che di fronte ad amici e parenti facevo nei confronti di una donna che decideva di fare lo stesso per me e con me. Eppure esserci promessi un amore “per sempre” ha avuto un’importanza enorme per la nostra vita.
Magari la gente pensa che due come noi hanno la vita in discesa. Fotografati spesso insieme e sorridenti, genitori di quattro figli di cui abbiamo più volte parlato nei nostri libri e nelle nostre conferenze, premiati da un evidente successo professionale e da una salute che ci ha sostenuto, con qualche alto e basso, nel nostro percorso di vita, la gente magari potrebbe immaginare che l’amore per due come noi sia una sorta di strada in discesa, una conseguenza naturale del nostro esistere. E invece: ogni giorno ci lavoriamo intorno di cesello e scalpello.
Nelle ultime 24 ore, io e Barbara abbiamo discusso, anche in modo molto veemente, per almeno due ore su sfide che ogni giorno arrivano, sempre nuove, nella quotidianità della nostra vita insieme. Vorremo dirvi che abbiamo le risposte già pronte, che, per noi due, tutto procede sempre nel migliore dei modi. Ma amarsi per sempre è una promessa che ogni giorno si rinnova dentro una scelta fatta di impegno, tensione e anche molta fatica. Poi c’è la bellezza e la consapevolezza che amarsi così tanto e per così tanto tempo è la cosa più bella che ci poteva accadere nella vita. Ma questa bellezza non è la sorgente del nostro sceglierci ogni giorno, ne è la conseguenza.
Dirlo qui, oggi, su un social è forse l’azione più coraggiosa che posso fare e il modo più nobile che ho a disposizione per parlare della cosa più importante che la vita ci mette a disposizione: l’Amore. Ci vuole coraggio ad amarsi per sempre. E molto impegno e dedizione. E ogni giorno bisogna sceglierlo e volerlo l’Amore con la A maiuscola.
Oggi quasi tutti raccontano il rischio di Amare. La narrazione sociale e collettiva dell’Amore lo presenta come un pericolo che ostacola l’autorealizzazione, che ci mette in contatto con un altro che può entrare nella nostra vita col solo desiderio di possederla e predarla. Ma questa non è la narrazione sull’Amore. Questa è la narrazione sul “non Amore”. E bisognerebbe condividerla come tale. Serve anche celebrare la bellezza dell’Amore. Raccontarlo come ciò verso cui la nostra vita tende, a volte quasi senza saperlo.
25 anni fa non sapevo cosa avrebbe comportato la promessa di amare per sempre mia moglie Barbara. E presumo che anche lei non sapesse cosa saremmo diventati insieme noi due. Abbiamo puntato sul nostro “per sempre”, credendo che fosse il miglior modo per abitare la vita e darle senso. Oggi posso dire che 25 anni fa la vita con me è stata davvero generosa. E mi auguro che continui ad esserlo anche per tutta la vita che abbiamo davanti a noi. Non ho alcuna certezza di ciò che io e Barbara saremo nel tempo a venire. Ma mi impegno, per ogni giorno che la vita ci terrà insieme, a scegliere e volere il nostro amore più di ogni altra cosa. Lo dico pubblicamente perché 25 anni fa l’ho fatto pubblicamente. E oggi ci credo come allora.
Abbiamo bisogno di trovare le parole per raccontare l’Amore nella sua verità più profonda. Nel farlo, oggi più che mai il rischio è quello di essere accusati di sentimentalismo. Oppure di finto romanticismo. Ancor di più se a farlo è un uomo. Per questo oggi condivido con voi questo messaggio. Così privato, così intimo. Così profondamente vero. E pieno di gratitudine. Verso la vita. E verso Barbara, la mia sposa. Non so che uso volete fare delle mie parole. Non so se vi hanno colpito, nel bene o nel male. Ma vi ringrazio per averle lette. E se volete, commentatele o condividetele.
Alberto Pellai