editorialigli altri siamo noiparco verde

Sanremo: è lecito a chicchessia baciarmi contro la mia volontà?

SANREMO – Il festival di Sanremo è un palco che appartiene a tutti gli italiani, perché tutti siamo costretti a pagare il canone Rai. Ovvio che chi organizza e conduce lo spettacolo si preoccupi di arrivare in ogni casa portando un po’ di gioia e senza provocare danni. Mai come in questo tempo si parla tanto di bullismo, di violenza sulle donne, di femminicidi. Sull’amore, poi, che – chi ama lo sa bene – non è mai solo sentimenti ed emozioni, la retorica si spreca. A Sanremo, si canta, a teatro si recita. Il teatro è un falso, chi assiste alla commedia o alla tragedia, lo sa bene. Sanremo non è un teatro. E se qualcosa – un gesto, una parolaccia, una provocazione di un cantante – è stato concordato in precedenza, è giusto che il pubblico lo sappia. In caso contrario siamo nel mondo dell’inganno. Se concordato non fu, il discorso cambia. Chi sbaglia paga. Fosse anche un prezzo simbolico, è bene che paghi, perché gli altri – i bambini, le mamme, le nonne che sonnecchiano a casa – capiscano che l’errore fu del singolo e non dell’ organizzazione o della dirigenza Rai.

Se è normale che un “artista”, non riuscendo a gestire le proprie emozioni, prenda a calci i fiori, per quale motivo, a Caivano, dovrebbe essere vietato a Enzo di prendere a sberle il salumiere? O al figlio del boss di estrarre la pistola? Il principio, voglio dire, è lo stesso. Non è stata la somma di denaro rubata da alcuni europarlamentari a ferirci ma il rammarico di aver delegato dei ladri a rappresentarci. Giusto? “ Se sbaglio, mi corrigerete”, disse un Santo Papa da tutti amato e venerato. La violenza, soprattutto sulle donne, non tende a scemare. Nonostante i ripetuti appelli, le condanne esemplari, le leggi di nuovo conio, molto più severe di quelle antiche, le donne ammazzate da chi non sa gestire la propria sessualità, i propri sentimenti, le proprie passioni, è altissima. A tutte le donne – e a qualche maschio – vittime di pseudoamori malati e avvelenati – la nostra più piena solidarietà.

Certo, ce ne abbiamo messo di tempo per capire che ogni donna ha il diritto di vestire come meglio le aggrada senza che nessuno si senta autorizzato a saltarle addosso. Non è lei a doversi preoccupare di non risvegliare in te istinti animaleschi, ma devi essere tu a saper tenere a bada la tua libidine e non farla debordare. Tutti d’accordo? Bene.

Continuiamo a ragionare, allora, ma solo per amore di quella benedetta logica alla quale non vogliamo rinunciare. Se ad Afragola o ad Abbiategrasso, un giovane qualsiasi, in un momento tutto suo, si fionda addosso a una persona – maschio o femmina che sia, non ci interessa – e le stampa un bacio sulla bocca, merita, come minimo, di essere denunciato, ma potrebbe anche essere preso a schiaffi. Se, poi, lo fa davanti ai piccoli, il reato si aggrava. Il suo è un comportamento da riprovare senza se e senza ma. Lo dice un prete? Macchè, signori, svegliatevi da questo sonno che vi ossida la ragione. “ La legge è uguale per tutti”, ripetiamo in coro, anche se poi, nessuno ci crede fino in fondo. A pagare il prezzo più alto, infatti, sono sempre i poveri che non possono permettersi di accedere negli studi di certi insigni, e costosi, difensori. Cose risapute.

Bene, a Sanremo, un cantante ha spiazzato tutti – la cosa era concordata? Se si, meglio chiuderla qui – prima mimando un atto sessuale e poi baciando sulla bocca Fedez, davanti a milioni di italiani. Domanda: è lecito a chicchessia baciarmi contro la mia volontà? No, di certo. Sarei in diritto di provarne fastidio, se non proprio – possiamo dirlo senza rischiare la gogna ? – ribrezzo? La mia sessualità, si affanna a dire il baciatore, è mia e me la gestisco io. Faccia pure con comodo. Il problema è che, nella sua sete di libertà, pretende di gestire anche la sessualità degli altri. Che cosa avrebbe dovuto fare il povero ricevente? Qualsiasi cosa avesse fatto Fedez in quel momento, rischiava di sbagliare. Ve lo immaginate se fosse apparso offeso o scandalizzato? Allora? Allora si tira a campare.

Le dittature – siano esse politiche, ideologiche, economiche, mediatiche – sono sempre insopportabili. Milioni di persone, amanti della libertà, hanno dato la vita perché i loro figli fossero più liberi e civili. A nessuno è dato di mortificare, umiliare un altro. Ogni qualvolta che mi approprio di qualcosa che non mi spetta lo sto rubando al legittimo proprietario. E di “legittimi proprietari”, sabato notte, in Italia ce ne erano tanti.

Tutto qui. Il pensiero va a Memo Remigi. Per un gesto, che non avrebbe dovuto fare, lo hanno massacrato. Il cantante baciatore, invece, è adulato e osannato. Due pesi e due misure? Schizofrenia? Qualche risposta, almeno da parte della Rai, penso che i poveri telespettatori dovrebbero averla. Per il resto, ognuno è libero di fare quello che vuole. Ma in casa sua. Non in casa nostra.

Maurizio Patriciello

Leggi anche sul quotidiano Avvenire

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *