Sobria follia!
La sobrietà ci aiuta molto. In tutto. Sobrietà che è sinonimo di equilibrio, non equilibrismo. Non per fare il parolaio filosofeggiante, ma bisogna distinguere la sottile differenza. Equilibrista è un prudente pauroso oppure un conformista che deve sempre trovarsi nel mezzo senza prendere decisioni e fare scelte. Invece l’equilibrio conduce a vivere volta per volta le emozioni giuste, i sentimenti giusti e a fare pensieri buoni e a mantenere la vigilanza. Non solo. La sobrietà evangelica sa riconoscere anche la giusta e bella ebbrezza. Che non è ubriachezza smodata, ma l’allegria del cuore e la serenità dello spirito.
I sobri sanno anche mantenere la pazienza con tutti. Ci si allena a questa sobrietà. Con la preghiera e anche con l’ascesi.
I sobri indicati da San Paolo nella prima lettera ai Tessalonicesi (1 Ts 5,1-28) sono figli della luce e uomini e donne che vivono di trasparenza. Alla luce del sole. E costoro non smorzano le scelte audaci e coraggiose. Tutt’altro. Non spengono lo Spirito. Non disprezzano le profezie.
Sanno vagliare tutto.
Perché la prudenza occorre.
È importante.
Sanno discernere e tener ciò che è buono.
In una società dove o è tutto buono o tutto uno schifo, manca la “medietas” di cui parla Aristotele. Che non è mediocrità e nemmeno ignavia vigliacca.
È capacità di vivere dentro le situazioni con il setaccio della sapienza e della saggezza.
Ignazio di Loyola aveva questa sobria ebbrezza, la prudente follia, il coraggio sapiente di chi “trova Dio in tutte le cose”.
Domenico Savio Pierro, prete