I Bambini nascono sotto i cavoli
E’ una tra le storie più famose che vengono, o forse sarebbe meglio dire venivano, raccontate ai bambini che chiedono come sono sono venuti alla Luce, e quella dei cavoli , o più precisamente dei piccoli che nascono proprio sotto le foglie di questi ortaggi un escamotage utilizzato dagli imbarazzati genitori alla fatidica domanda.
Per molti secoli, nelle regioni dell’europa centrale, il cavolo era l’unico alimento che durante l’inverno assicurava vitamine e minerali. Da sempre simbolo di fecondità e di vita, veniva raccolto dopo 9 mesi dalla semina ovvero da marzo a settembre, proprio come il tempo di gestazione di bambini questo potrebbe dare qualche info sulla celeberrima frase. La raccolta dei cavoli era affidata alle donne che venivano chiamate levatrici, proprio come quelle che buttavano la futura mamma durante il parto, perché le contadini avevano il compito di recidere il cordone ombelicale e legava il cavolo alla terra, da qui la legge “Da bambini ci trovavano sotto i cavoli alla loro nascita”.
La verza o il cavolo verza ( Brassica olearacea var. Sabauda) e’ una cultivar di cavolo simile al cavolo cappuccio, ma che differisce da quest’ultima per la presenza di foglie grinzose, increspate e con nervature prominenti.
E’ ricca di vitamina C, vitamina K e sali minerali, ottimi per la salute del corpo e delle ossa.
Il cavolo verza contiene come le altre brassica ce i glucosinolati, composti che durante la masticazione vengono modificati in isotiocianati che sono infatti in grado di fermare la crescita delle cellule cancerose e il loro consumo riduce significativamente il rischio di tumore. Studi più recenti hanno dimostrato che i micronutrienti ed i composti bioattivi come gli acidi fenolici presenti nel cavolo hanno un effetto positivo sulla regolazione del metabolismo del glucosio, riducono il suo assorbimento a livello intestinale, regolano l’attività dell’insulina e riducono perciò il rischio di diabete di tipo due. Durante il periodo invernale è importante consumare una o due porzioni alla settimana di questa verdura per proteggersi da queste importanti patologie ma anche dal comune raffreddore. E’ un ortaggio semplice da coltivare tra quelli della famiglia dei per questo è molto diffuso negli orti domestici.
Si adatta molto al terreno e non teme il freddo anzi diceva mio nonno che una bella gelata ne migliorava la qualità, si tratta di uno degli ortaggi più coraggiosi invernali, che possono popolare l’orto a fine stagione, insieme al cavolo nero è tra i più resistenti in assoluto. La sua pianta è caratterizzata dal classico cespo che formano i cavoli, con foglie particolarmente ruvide e grinzose , è una coltivazione biennale, che il secondo anno va a seme quindi per mangiarlo si raccoglie entro l’anno.
Esistono diverse varietà di verza con cicli di coltivazione differenti di durata. Se analizziamo la sua etimologia, il nome verrà deriva dalla parola latina virdia, che significa verde proprio come il colore delle sue foglie. È un ortaggio coltivato in tutta italia soprattutto nel settentrione perché non ha bisogno di tanta attenzioni nella sua coltivazione. La verza era già conosciuta e utilizzata nell’antichità secondo un mito greco. Il cavolo verza nacque dalle gocce di sudore del sommo Zeus ed era ampiamente usata come pianta medicinale dai greci stessi; a farne un grande consumo erano le donne che allattavano i loro bambini in modo da assicurare una cospicua fonte di latte. I romani invece seppero però trovare altre qualità benefiche in questo ortaggio, pare che lo usavano addirittura come trattamento preventivo all’ubriachezza e sotto forma di impacco per disinfettare le ferite. Come tutte le tipologie di cavolo derivanti della famiglia delle crucifere la verza presenta un fiore a 4 petali a forma di croce,uno stelo verde chiaro ed il famoso cespo di foglie di varie gradazioni di verde.