“Contro ogni probabilità”: il primo romanzo a quattro mani di Calì e De Zuani
Dafne e Ferrán sono innamorati fin dal liceo, ma non si sono mai dichiarati e per questo si perdono di vista. Ferrán vive su un’isola nell’Atlantico, dove ha aperto una casa editrice, pratica surf e pensa ancora a Dafne. Lei, invece, vive a Milano, lavora come restauratrice e frequenta solo uomini che la trattano male, e pensa ancora a Ferrán. A seguito di una di queste relazioni, Dafne, finisce in ospedale per abuso di farmaci. Nello stesso ospedale è ricoverato anche Ferrán, a causa di un malore. I due si incontrano e i sentimenti riaffiorano; le cose sembrano andare finalmente nella direzione giusta ma, Etienne, l’ultimo ragazzo di Dafne, vuole riconquistarla e il suo essere violento e ossessivo non è d’aiuto.
Raggiungo al telefono Dolores e Fabrizio per fare loro qualche domanda:
1) Dolores, Fabrizio possiamo dire che, in questi tempi difficili comunque abbiamo una certezza cioè che l’Amore alla fine vince sempre?
D: la realtà e i tempi difficili, ti farebbero fossilizzare sulla convinzione che l’Amore non basti o peggio ancora non possa esistere. Che sia tutto transitorio ed effimero. Poi succede che nonostante gli anni e le tribolazioni (e la distanza e il silenzio), ti ritrovi di nuovo in quinta liceo, innamorata dello stesso “ragazzino”, e per miracolo capisci che quel sentimento intangibile e incorruttibile che lega inesorabilmente due esseri, accada quel che accada, non è merce soltanto per scrittori romantici e non ristagna soltanto nei tuoi tanto amati classici della letteratura. Sì, penso di potertelo confermare. L’Amore è destinato a vincere.
F: Mi piace pensarlo, anche se non sempre è così. Non è detto che vinca sempre, ma è sicuramente il motivo per cui vale la pena lottare. Sempre, questo sì. Nella propria formazione personale e nella crescita noi evolviamo fino a trovare la migliore versione di noi stessi. E a quel punto, a volte, l’amore arriva e noi sappiamo riconoscerlo, anche se sono passati molti anni e ci sono ancora ostacoli da superare. E andiamo avanti, senza chiederci come andrà a finire. In fondo è il cammino che conta.
2) Dolores, Fabrizio: come è stato scrivere un libro a 4 mani?
D: E’ stato naturale e facile, dal momento che la storia partiva dalla nostra realtà. Due ragazzini che si innamorano in quinta liceo e si perdono di vista per molti anni. Il ritrovarci era talmente surreale che doveva per forza essere raccontato, una storia da film per molti. Abbiamo iniziato senza regole fisse, scambiandoci ricordi ed emozioni, per poi vederli naturalmente fondersi insieme e li tutto ha preso forma. Molti capitoli sono scivolati velocissimi sulla tastiera perché per noi era come guardare il tutto proiettato su un grande schermo. E’ bastato raccontarlo.
F: L’inizio della storia è autobiografico e nasce dalla realtà, nella misura in cui anche noi ci siamo persi per tanto tempo per poi ritrovarci molti anni dopo in modo del tutto casuale. Abbiamo pensato che fosse qualcosa di inaspettato e sorprendente, una storia “da film”, un racconto da condividere. Quindi ne abbiamo parlato e abbiamo lasciato che la creatività corresse a briglia sciolta, quasi per gioco, inventando personaggi, situazioni, eventi. Poi la storia ha preso il sopravvento ed è diventata più seria e più profonda. È stato come se si sviluppasse in autonomia ad un certo punto, e noi l’abbiamo trascritta mentre la vedevamo, come un film sullo schermo davanti a noi.Noi scriviamo in modo fondamentalmente diverso, ma siamo riusciti comunque a fondere i nostri stili in modo che la storia scorra in modo coerente e lineare.
3) Dolores, Fabrizio: per il vostro esordio letterario vi siete affidati a Book Road. Come mai?
D: Come tutti gli esordienti abbiamo faticato tantissimo a trovare editori disposti a credere in noi o anche solo a dedicarci del tempo. Book Road (la piattaforma creata da Leone Editore, con la quale abbiamo stipulato un contratto), offre la possibilità di farsi strada in questo mondo complicato attraverso una campagna di crowdfunding, che premia i meritevoli. A istinto, dopo tantissimi tentativi, abbiamo colto questa opportunità perché desideravamo fortemente che il nostro progetto si tramutasse in realtà, e perché ci crediamo tantissimo. Scrivere è da sempre la nostra grande passione, condivisa sin dai tempi del liceo. Il nostro libro, è il suggellarsi di questa passione, che non è solo letteraria. E credo che alla fine sia stato questo il senso di tutto. Ci siamo ritrovati, e abbiamo scritto il nostro romanzo. Contro ogni probabilità.
F: Si tratta di un mondo difficile: nell’editoria se non si è conosciuti, nessuno ti dà fiducia, anche se la storia è buona. Book Road è un’ottima iniziativa a dire il vero: ci si mette alla prova sul mercato e si comincia a vedere la reazione dei lettori alle prime pagine. In ogni caso, ora che la pubblicazione è cosa certa, speriamo nel passaparola e in una buona promozione. Siamo fiduciosi e sappiamo di aver scritto qualcosa di buono, che porta emozioni importanti in questo periodo complicato.
E anche noi, nel nostro piccolo, oltre al passaparola possiamo centuplicare questo messaggio. Grazie ragazzi e buona fortuna per voi e per il libro.