Perchè oggi, il 25 novembre
Era l’estate del 2006 quando andai con una associazione italiana a costruire una scuola in Repubblica Domenicana, una regione dell’interno, vicino ad Haiti. Una terra piena di frastornanti e dolorosi contrasti, e al contempo, di colori senza eguali che donavano un’armonia surreale. Il turchese del mare, il verde intenso delle piantagioni di caffè, abitavo uno spazio senza tempo.La vita di noi volontari era bellissima, eravamo accolti dagli abitanti del paese fra musica, pollo fritto e birra.
In un giorno di riposo andai a visitare la casa delle sorelle Mirabal. E fu un tuffo nell’orrore toccare la storia delle tre sorelle, attiviste politiche, eroine della guerra di liberazione domenicana, massacrate per volere del dittatore Trujillo. Il loro crimine divenne tristemente “simbolico”.
Era il 25 novembre del 1960 e mentre Patria, Minerva e Maria Teresa Mirabal stavano andando a far visita ai loro mariti in prigione (detenuti politici perché, come loro, erano oppositori del regime), furono bloccate e rapite sulla strada da agenti del Servizio di informazione. Stuprate, torturate, massacrate a colpi di bastone per poi essere gettate in un precipizio, a bordo della loro auto, simulando un incidente.
Nel 1981, durante il primo incontro femminista latinoamericano e caraibico a Bogotà, fu deciso di celebrare il 25 novembre come la Giornata internazionale della violenza contro le donne. Delle sorelle Mirabel si diceva possedessero una indomita fragilità, per questo avevano meritato il nome di “farfalle” nella resistenza domenicana.
Conscia che il solo scriverne e parlarne senza atti concreti sia poca cosa, credo comunque che l’indignazione, la manifestazione e condivisione del nostro sentire possa aprire varchi di consapevolezza.