Inferno canto 4 – quarto passo verso la consapevolezza – perchè i sapienti del passato sono all’Inferno? Da sola la cultura non basta.
Dante e Virgilio entrano nel Limbo, primo cerchio dell’Inferno. Qui Virgilio ricorda la discesa di Cristo a Liberare le anime che erano degne del Paradiso e presenta i grandi poeti e filosofi della antichità che sono qui presenti.
Nel limbo, secondo la tradizione, si trovano le anime dei morti prima di ricevere il battesimo e quelle dei giusti prima che Cristo scendesse a liberarli.
Poeti, filosofi che vissero virtuosamente, ebbero dei meriti ma, essendo vissuti prima di Cristo (come lo stesso Virgilio) non sono però salvi. Perchè? E’ giusto questo?
No che non lo è e Dante lo spiega subito raccontando della discesa di Cristo agli Inferi, dopo la Sua morte, per portare in Paradiso tutte le persone che ne erano degne a cominciare da Mosè, Adamo, Abramo e molti altri ancora.
“La vittoria di Gesù sulla morte, sul male, si estende nel tempo e nello spazio al di là dei confini visibili del Cristianesimo raggiungendo anche quelli che prima di Lui hanno vissuto in modo tale da rendersi degni della salvezza, e non solo personaggi della storia biblica ma anche pagani, come vedremo”.
Ma se anche i pagani possono salvarsi perché Virgilio, la sua guida, invece resterà nell’Inferno? La risposta è nel vv 38: “non adorar debitamente a Dio”. Virgilio, pur sapendo della venuta di Cristo (così si credeva nel medioevo) non ha atteso, adorato Cristo come avrebbe dovuto e perciò rimane nell’Inferno.
Nel limbo però ci sono anche Omero, Platone, Aristotele e altri grandi della sapienza umana: perché? Perché la cultura da sola non basta per la salvezza e la felicità. Ci può aiutare a capire questo la frase del Vangelo: “hai nascosto queste cose ai dotti e ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli”. Perché?
“Perché i dotti e i sapienti sono più facilmente attaccati alle proprie idee, alle proprie risposte alle domande sulla vita. Rischiano di amare più facilmente quel che pensano e non quel che accade. I semplici invece sono più liberi, sono più pronti a seguire una proposta inattesa”.
L’insegnamento di questo quarto canto dell’Inferno, nel nostro cammino verso la consapevolezza e la felicità, è quindi che non è l’istruzione e l’erudizione in sé che permettono di essere felici: quel che permette di essere felici è la semplicità con cui intraprendiamo il viaggio imprevisto che la Misericordia che ci si è parata davanti ci propone.
Oggi pare proprio che la nostra società viva nel limbo, desiderando qualcosa che sa che non otterrà mai perché troppo incentrata su se stessa, sul proprio smisurato ego. Seguiamo Dante per uscire da questo limbo, da questo desiderio senza speranza.
Bibliografia: Dante Alighieri – Inferno – Commentato da Franco Nembrini – Illustrato da Gabriele Dell’Otto – prefazione di Alessandro D’Avenia – Edizioni Mondadori