Manila (Filippine): una visita tra bellezza, spiritualità e incontro
È il 10 agosto 2022. A Milano ci sono 38 gradi; sono le 23.00 ore locali e il mio aereo parte alla volta di Manila – Filippine, con uno scalo di 4 ore a Seoul. Il viaggio è lungo, 18 ore ma alla fine arrivo, accolto nella comunità della Delegazione filippina Mother the poor dell’Opera don Calabria. Resterò nelle Filippine 15 giorni. Saranno 15 giorni intensi di incontri, di sguardi di amicizia, di povertà. Girerò tre isole e i miei voli mi porteranno oltre a Manila a Cagayan de Oro e Calbayo.
Cosa ho trovato?
Un popolo BUONO! Accogliente. Con fede, tanta fede. Le Chiese stra colme di gente. La nostra parrocchia a Manila san Lorenzo Ruiz, la domenica celebra 9 messe. La prima alle 4.30 del mattino. L’ultima alle 18.00. In ogni messa presenti almeno 1500 persone! Incredibile. Impensabile per noi in Italia…
Noi siamo presenti a Manila con una casa di formazione che è la casa della Delegazione, una parrocchia che fa anche attività sociale con i poveri, una scuola che va dall’asilo alle medie e una clinica medica diurna con farmacia rivolta specialmente ai più poveri.
A Caganyan de Oro abbiamo una casa di formazione, il noviziato e una casa di accoglienza per bambini/e e ragazzi/e abbandonati e due parrocchie nei villaggi dentro le foreste.
A Calbayo abbiamo una casa di formazione e studentato.
Con noi sono presenti anche le Povere Serve della Divina Provvidenza ossia il ramo femminile dell’Opera don Calabria che collaborano nelle attività sociali e sanitarie con noi.
Vi dicevo tanta fede e tanta spiritualità. Ancora porto dentro la musicalità dei canti, i loro volti pieni di gioia e di speranza eppure hanno poco e niente. Ho capito che la semplicità ti porta a vivere con profondità tutto: le relazioni, la fede, la cura delle cose e soprattutto delle persone e ciò che suscita è molta solidarietà.
In quei giorni ho accolto 4 giovani che hanno fatto la loro prima professione nella nostra congregazione.
Cosa serve?
Li serve tutto, medicinali, medicamenti, vestiti, cibo…
… ma forse potremmo anche imparare da loro a ritornare all’essenziale!
Le parole chiavi di questa esperienza:
Accoglienza, occhi pieni di speranza, gioia, canti, povertà, fede e fiducia, amicizia, legami, precarietà, sacrificio.
Cosa mi auguro…
Mi auguro che questo popolo inserito in una cornice geografica bellissima, possa crescere e svilupparsi ma riuscendo a mantenere quella originalità, vedi purezza e semplicità, che li contraddistingue.
Il loro augurio che faccio mio per voi lettori del CENTUPLO: God bless you. Dio vi benedica.
Sono qui a Verona nel mio lavoro quotidiano e ogni tanto il mio pensiero e la mia testa vola nelle Filippine mentre, mi sto preparando per una nuova visita: l’India!
Alla prossima