La democrazia – pur con i limiti che si trascina dietro – va rispettata
VINCITORI E VINTI – Chi lotta per un ideale, milita in un partito, s’impegna in qualche campo, è evidente che vuole vincere la sfida con la parte avversa. Le competizioni – oneste, civili, democratiche – sono sempre un bene. Gli uomini si stimolano a vicenda, aguzzano l’ingegno, i ragazzi imparano. Ognuno, pur senza accorgersene, permette all’altro di impegnarsi e dare il meglio di sé.
Le campagne elettorali sono – o, meglio, dovrebbero essere – un momento di confronto tra le varie forze politiche, di lettura del territorio, del momento storico che sta vivendo il Paese.
Arriva il giorno della sentenza. Tacciono le voci, parlano i numeri. La democrazia – pur con i limiti che si trascina dietro – va rispettata. Gli italiani si sono espressi. Purtroppo non tutti hanno usufruito del potere che veniva loro dato nel segreto della cabina elettorale. E questa cosa è triste.
Il cardinale Zuppi, presidente della Cei, ha detto che “ è sintomo di un disagio… che deve essere ascoltato”. È triste che una delle maglie nere dell’astensionismo è andata a Castel Volturno, uno dei comuni del Casertano dove si tocca con mano, se non l’assenza, almeno la decennale distrazione dello Stato che non sempre ha fatto il suo dovere, lasciando questo territorio in balia della camorra nostrana e straniera, di fratelli e sorelle immigrati clandestini, senza controllo e senza diritti, dove droga e prostituzione sono per tanti fonti di guadagno e di degrado. Menefreghismo? Stanchezza? Sfiducia verso le istituzioni? A mio avviso, un po’ di tutto.
Le urne hanno emesso il responso. Tutti oggi sappiamo come sono andate le cose. Adesso occorre rimboccarsi le maniche e darsi da fare. I nodi dietro l’angolo sono veramente tanti. Naturalmente c’è chi gioisce e chi si preoccupa, chi fa festa e chi ha il cuore a lutto. È del tutto naturale. C’è – purtroppo – anche chi si toglie qualche sassolino dalle scarpe per offendere – a livello personale – l’antico amico-avversario. Non mi piace. Un vero politico, nel momento della vittoria, concede sempre al contendente l’onore delle armi. Gli animi non vanno inutilmente riscaldati. Al contrario.
Ovviamente la visione della politica, della storia, del mondo, delle forze vincitrici, non può non essere diversa da quella dei partiti avversi. È giusto, anzi doveroso, allora, che l’opposizione tenga gli occhi ben aperti per cercare di capire le mosse di chi governa. Lo faccia, però, tenendo sempre presente il bene degli italiani. Credo che un politico stia dando il meglio quando sostiene e promuove una qualsiasi decisione presa da chicchessia per il vero bene del Paese.
Ho letto le dichiarazioni di uomini famosi – dello spettacolo, della canzone, del giornalismo, della società civile – seriamente preoccupati per come hanno votato gli italiani. È del tutto normale, se sono sulla riva opposta. Non troppo normale, però, è quando vogliono attribuire le loro idee a tutti. Non mi piace leggere: « Brutta giornata per l’Italia». Meglio sarebbe stato dire: « Brutta giornata per me, per la mia visione della vita». Non mi sembra bello mettere in bocca agli italiani cose contrarie al voto che hanno espresso.
Pensando alla vita nascente e all’ultimo successo ottenuto, grazie ai nostri volontari, sul fronte della vita nascente, ho scritto sul mio profilo facebook: « E se ti dico che anche oggi ho impedito a un bambino di finire nella fogna? Non sei contento? Non ti commuovi? Non fai salti di gioia? E se ti dico che – come già altre cento donne – anche sua madre mi sarà riconoscente per il resto della vita? Continuerai a chiamarmi medievale? A rimproverarmi di essere clericale e maschilista? Ma, dimmi, quanto vale per te la vita umana? Non vale almeno quanto la tua? E non dovremmo – Tutti, tutti, tutti – fare il possibile per tentare di mettere insieme il diritto all’autodeterminazione dalla donna e il diritto a nascere di un innocentissimo bambino? Si può fare di più ». Si, io ci credo, si può fare di più. Molto di più, a tutti i livelli. Basta volerlo.
Certo, sarebbe davvero bello se tutti coloro che hanno bussato alle porte degli italiani chiedendo e ricevendo la loro fiducia, continuassero a tenere aperto il sentiero della collaborazione, ascoltando le loro voci, senza rinchiudersi nei palazzi del potere. Sarebbe bello se nei prossimi mesi ricordassero tutte le promesse fatte. Soprattutto quelle di mettere al centro dell’agenda politica i diritti dei più poveri, dei più fragili, dei più piccoli. E di avere a cuore la pace, i giovani, la vita nascente.
Maurizio Patriciello