Tra vincitori, vinti e astenuti: il mio pensiero sulle votazioni appena concluse
Tantissimi italiani non hanno votato. Chiediamoci perché. Menefreghisti? Stanchi? Sfiduciati? Che dire, poi, di certi volti e certi nomi noti per i loro “oracoli” e le loro ferree certezze nell’ interpretare i sentimenti e i desideri degli italiani, invitati, dagli italiani stessi, a starsene a casa? Ammetteranno mai di essersi sbagliati? Le cose sono andate così. Prendiamone atto. Rimaniamo umili. I Palazzi facciano pace con la piazza. Chi – felice e soddisfatto – varca le porte del Parlamento ricordi il motivo per cui fu votato. Continui – come in campagna elettorale – a cercare i poveri, a entrare nelle loro case, a dialogare con le famiglie. Continui a bussare alla porta della gente per incoraggiare, consigliare, aiutare. Continui a farsi voce di chi voce non ha.
AI vincitori, le nostre congratulazioni. Agli sconfitti l’augurio di accettare la volontà di chi ha votato, senza astio, senza desiderio di vendetta, senza offendere, ma ammettendo che – forse, chissà – a intestardirsi sono stati proprio loro. L’opposizione faccia opposizione onesta, sincera, intelligente. Se una cosa bella viene fatta sia pronto ad applaudire, sostenere, incoraggiare. Se è per il bene del Paese sia capace di gioire, congratularsi.
Un grande uomo, un buon politico, una persona ottima si vede quando – mettendo da parte frizioni, rancori, diatribe personali o di partito – agisce solo e sempre per il bene del Paese. Il suo, il mio, il nostro. Dio benedica la nostra amata Italia, gli italiani, le sorelle e i fratelli che hanno scelto, o sono stati costretti, di venire a vivere con noi.
Padre Maurizio Patriciello.