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Don Fabio, la tuta a messa e….i veri scandali

Sugli episodi dei due preti che hanno celebrato l’Eucaristia – uno in costume da bagno in acqua e l’altro in tuta da ciclista e la stola arcobaleno – c’è poco da dire: hanno celebrato validamente la Messa ma in contesti (il mare) e con abiti (tuta sportiva) indubbiamente inappropriati.

Credo con convinzione che ogni atto liturgico debba essere compiuto rispettando il linguaggio liturgico (non per rubricismo, ma perché ogni cosa ha un significato).

Ora focalizzando l’attenzione su don Fabio Corazzina, che è un bravo prete per tanti motivi (la sua spiritualità, il suo impegno nel sociale, l’attività pastorale – dico questo per conoscenza diretta in Pax Christi e per la stima che di lui hanno avuto e hanno i vescovi presidenti di Pax Christi), dico che sicuramente non ha celebrato la Messa in tuta a caso ma volendo dare un significato preciso al senso della corsa, dello stare al passo degli ultimi. In termini tecnici si dice che si è permesso l’uso della creatività liturgica per comunicare un messaggio.

Questo per difendere don Fabio? Resto dell’idea che non si celebra la Messa sorvolando o stravolgendo gli abiti liturgici. Per me tutti devono usare camice e stola. Don Fabio in questo non è stato conforme alla Liturgia della Chiesa. Da qui però a sentire certe scomuniche e parole pesanti su don Fabio mi sembra davvero esagerato. Il vescovo – che è il primo responsabile della Liturgia nella diocesi – certamente ha fatto bene a richiamarlo. Fine della questione. Ma sicuramente sono altre cose che devono scandalizzarci e indignarci: la collusione con le mafie, il clericalismo mondano, le lobby di potere e gli scandali finanziari eccetera eccetera eccetera.

Don Domenico Pierro

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