E se ci ritrovassimo gli stessi di quando siamo partiti?
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Ripercorrendo il viaggio itinerante che ho scelto di fare questa estate, riflettevo sull’importanza del vivere al meglio ogni minuto del nostro tempo, senza cedere alla distrazione. Vivere in presenza qualsiasi tempo, anche quello definito “libero” ( espressione discutibile). Con gli anni ho imparato che la “riuscita” di un viaggio non ha come metro la bellezza del luogo o il divertimento, ma “il come”, l’esperienza vissuta, trasformi la mia mente e il mio sentire.
Cosa ho imparato? cosa ho aggiunto, cosa ho tolto, cosa Γ¨ cambiato? Spesso chiediamo al rientro dalle ferie “ti sei rilassata? Ti sei divertita?” Forse sarebbe piΓΉ utile chiedere “Cosa hai imparato in questo tempo?” Potrebbe essere una buona domanda da porre, e da porsi, al termine di ogni esperienza che sia un viaggio, una serata, una esperienza lavorativa.
E la risposta Γ¨ πππ cambiamento: π π ππ πππ‘πππ£ππππ πππ π π‘ππ π π ππ ππ’ππππ π ππππ ππππ‘ππ‘π, ππ ππππππππππ π’πππππππ πππ£πππππ π π’πππππ. Una mente consapevole osserva il continuo mutamento e impara dal tempo che passa. Non si Γ¨ mai gli stessi di quando si Γ¨ partiti, e la consapevolezza del nostro cambiamento Γ¨ il discrimine della nostra evoluzione.
Sulla via del ritorno, un passo dopo l’altro, rifletto e concludo che in questo viaggio ho osservato con un altro occhio una mia parte, delicata e creativa, che chiede piΓΉ spazio. Le ricaverΓ² un suo posto perchΓ© possa trasformarsi al meglio, affinchΓ© possano le mie azioni e parole essere sempre piΓΉ di beneficio a chiunque incontrerΓ². Che sia anche per te un buon tempo di riflessione e cambiamento.
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