La gioia della gratitudine, di servire, della preghiera e della purezza
Ho imparato dalle formiche e dalle api il lavoro silenzioso, attivo e fruttuoso. Ho imparato dai saggi ad aspettare, non agire subito, ma lasciare che il tempo sistemi ogni cosa. Ho imparato dai santi, la forza dell’umiltà e della pazienza, la gioia di andare sempre avanti per guardare e desiderare continuamente il Cielo.
Non perdere mai la gioia della vita, di credere in Dio, dell’amicizia e della Bellezza quella vera, quella che non inganna o illude, ma riempie il cuore d’infinito.
Tante persone si svalutano, non si amano, non credono di avere dentro entusiasmo e talenti. Non hanno fiducia né di sé stessi, né di Dio e né degli altri. Ognuno di noi è un capolavoro di Dio, il Suo sogno da realizzare sulla terra.
C’è la gioia della gratitudine, c’è anche la tristezza dell’invidia. C’è la gioia di servire, c’è anche la tristezza di non poter comandare sugli altri. C’è la gioia della preghiera, c’è anche la tristezza della bestemmia. C’è la gioia della purezza, c’è anche la tristezza della mondanità. La vita è una questione di scelta tra la gioia e la tristezza.
(fra Emiliano Antenucci)