Sabato Santo, giorno di attesa e di speranza
SABATO SANTO-Il giorno del Sabato Santo è aliturgico, come il Venerdì Santo. La Chiesa, nella preghiera, piange la morte e la sepoltura del suo ” Sposo “. Col suo silenzio e con l’assenza di qualsiasi rito liturgico, pare che sia discesa col suo capo nel sepolcro. Questa vedovanza durerà poco. Il dolore non è di sconforto o di desolazione, ma racchiude in sé un attesa, una speranza che presto si cambierà in gioiosa certezza.
La riforma liturgica ha voluto mettere in luce quest’aspetto (di allegria) con la restaurazione della veglia pasquale, che è la veglia madre di tutte le sante veglie, vale a dire la veglia per eccellenza. Dopo che il sacerdote ha benedetto il fuoco al quale si accende il cera pasquale, i fedeli sono invitati a trasmettersi la luce. Si può , quindi, cominciare la liturgia della parola all’interno della chiesa illuminata dalla luce di tutti i ceri. Il simbolismo del fuoco nuovo e della luce di Cristo rappresentato dal cero pasquale è l’immagine tanto espressiva dell’ insegnamento in Cristo dei nuovi figli, che la Chiesa genera, normalmente, in quella notte beata.
La proclamazione del ” messaggio pasquale ” (exultet) ” fatta in una forma solennissima, mette ancora più in luce questo significato: Gesù risorto dona la luce alle anime e rischiara o illumina con la sua verità tutto il mondo. Col cuore ripieno di gioia, di riconoscenza e di amore, la chiesa in estasi esulta ed acclama il suo Redentore. Da quel momento, ogni cristiano presente rivive in se stesso il mistero pasquale ed è chiamato ad una vera rinascita spirituale , come pure a passare dall’uomo vecchio all’ uomo nuovo che, in Cristo, trova la sua perfezione. La liturgia della parola riprende sette grandi testi dell’ Antico Testamento, che rievocano tutta la storia d’Israele dimostrando l’eterno divino disegno di salvezza e la realizzazione di tutte le profezie antiche in Cristo. Il testo principale, da non prescindere, è la lettura del libro dell’ Esodo ( 14,15 – 15,1) . La liberazione di Israele col passaggio a piedi asciutti del Mar Rosso, narratavi, è il prototipo della salvezza universale in Cristo. Si tratta di un testo cultuale in cui l’Esodo è visto sempre in una prospettiva cultuale. Molto opportunamente la riforma liturgica ha inserito, durante la benedizione dell’ acqua battesimale o del sacro fonte, la professione di fede e la rinnovazione delle promesse del nastro battesimo.
Con ciò, il Signore riattualizza solennemente il nostro battesimo e ci chiede di corrispondervi ogni giorno. In effetti, questi voti battesimali sono un giuramento di fedeltà del cristiano, il quale vuole di più e coscientemente assumersi le proprie responsabilità nel “popolo di Dio” , impegnandosi a vivere nella famiglia e nella società i doveri che impone la fede cristiana. E’ questa la vera risurrezione (risuscitare e / con Cristo) che fa esultare di gioia la Chiesa nel cantare l’alleluia pasquale. Poi la liturgia eucaristica si celebre nella gioia della risurrezione. Caro fratello essendo risorto a vita nuova con Cristo, sta attento a non ritornare di nuovo schiavo del peccato. La tua vita deve essere una Pasqua continua che ti prepara alla eterna Pasquale nel cielo.
Don Joseph Ndoum