Giovedì Santo e la Missione di Angiolino
GIOVEDI’ SANTO-Con il Giovedì Santo inizia il Triduo Sacro che ci prepara immediatamente alla Santa Pasqua. Due sono le Messe che si celebrano in questo giorno : 1) la Messa crismale, alla quale il vescovo locale consacra il crisma (SC l’olio che servirà durante l’anno per battesimi, cresime, ordinazioni, ecc), e gli altri oli (OI, olio per gli infirmi, ed OC, olio destinato ai catecumeni). Tutti i sacerdoti sono invitati a partecipare a questa Messa per riaffermare la loro “comunione” con il vescovo e per rinnovare l’impegno della loro totale consacrazione. al Signore con il celibato; 2) e la Messa « in coena domini ».E’ il giorno del trionfo dell’amore infinito di Gesù per tutti gli uomini, i suoi fratelli : « Li amò fino alla fine». In modo particolare, la messa pomeridiana ci fa vivere tre misteri che esprimono o manifestano quest’ amore infinito : l’istituzione dell’ Eucaristia, l’istituzione del Sacerdozio, il Precetto del Signore, con la lavanda dei piedi, di amarci e di servirci scambievolmente. Questi doni provenienti dal cuore di Gesù, infiammato d’amore per noi, costituiscono il suo Testamento (d’amore), le sue ultime volontà, prima di salire al Calvario per la suprema immolazione. L’amore, che trionfò nell’ Incarnazione (“annientò se stesso prendendo la condizione di un servo”),trionfa di nuovo nel dono totale di se stesso . E’ proprio l’Eucaristia, la “Pasqua rituale” e/o il memoriale della passione del Signore, a rivelarci il significato di questa donazione : « Questo è il mio corpo che sarà dato per voi… questo è il calice della Nuova Alleanza nel mio sangue». Non ci poteva dare un dono più grande, più ricco e più prezioso. Per quanto riguarda il dono del Sacerdozio, esso perpetua la presenza redentrice de Cristo nel mondo. Il Sacerdote è un altro Gesù : egli rinnova sull’altare il sacrificio di Gesù, predica come Gesù, distribuisce la grazia, cioè i misteri di Dio, e intercede per tutti. Inoltre, il Giovedì Santo è anche il giorno dell’ amore fraterno. Gesù ha tante volte predicato l’amore non solo verso gli amici, ma soprattutto verso i nemici e coloro che ci fanno del male. Ecco perché Egli dà l’esempio lavando i piedi, non soltanto agli apostoli fedeli, ma anche a Giuda, il traditore infedele. Con quest’ esempio d’infinita umiltà, Gesù vuole insegnarci che è veramente più grande colui che si fa piccolo, che l’autorità significa servire gli altri, e che dobbiamo sempre sentirci uniti gli uni agli altri, amandoci con affetto sincero, aiutandoci e sostenendoci; poiché «solo dove regna la carità e l’amore, Dio è presente ».Infine, anticamente, la Chiesa celebrava il rito della riconciliazione dei penitenti in questo primo giorno del Triduo Sacro. Pensiamo a riconciliarci, anche noi, con Dio e con i fratelli se vogliamo gustare i gaudi pasquali.
LA MISSIONE DI ANGIOLINO-Angiolino era preoccupato. L’Eterno Padre gli aveva assegnato la missione di consolare il suo Figlio agonizzante. “Di che cosa potrà mai aver bisogno il Signore?”, pensava tra sé. In un baleno lasciò la Gloria del Paradiso, raggiunse la Palestina, si diresse verso Gerusalemme e deviò sul Getsemani. Là si arrestò pieno di stupore: lo stesso Dio che aveva contemplato sfolgorante d’infinita gloria, quello stesso Dio davanti al quale stava sempre in adorazione, ora era lì, al buio, prostrato a terra, tutto tremante e angosciato. «Devo assolutamente trovare qualcuno che lo possa consolare!», si disse dirigendosi verso gli Apostoli. «Sicuramente loro sono disposti ad aiutarmi: hanno ricevuto tanti insegnamenti e hanno visto tanti miracoli!».
Ma i Discepoli dormivano. «Che delusione! Forse tra i miracolati troverò qualcuno disposto a consolarlo!». Il povero Angiolino girò tutta la Giudea: visitò ciechi che vedevano, storpi che camminavano, sordi che sentivano, ma tutti erano intenti a festeggiare la Pasqua. «Tutti pensano a festeggiare e non c’è nessuno che pensi al Signore! Vorrà dire che andrò avanti e indietro nel tempo radunando le anime sante del passato e del futuro!». Angiolino non ci mise molto: con una velocità supersonica portò un esercito di anime. Tra quelle del passato si distingueva il Re Davide, il profeta Isaia, Mosè, Geremia e tutti gli altri profeti. Brillavano con una luce tutta speciale san Giuseppe e san Giovanni Battista. Tra le anime del futuro c’erano gli Apostoli ormai diventati coraggiosi, schiere sterminate di martiri, di vergini e di confessori. Si vedeva santa Chiara che commossa sussurrava: «Era tutta la vita che chiedevo questa grazia», accanto a lei c’era san Francesco, sant’Antonio, santa Veronica, poi san Domenico, santa Caterina da Siena, santa Gemma, san Giovanni Bosco, san Massimiliano Maria Kolbe e San Pio che confuso e profondamente commosso assumeva su di sé la pesantissima Croce, condividendo con Cristo le atroci sofferenze della Passione.
Gesù ne ebbe un gran sollievo, ma la visione delle numerosissime anime che avrebbero disprezzato il suo Sacrificio lo prostrava e addolorava ancora profondamente. Allora, Angiolino come un lampo si diresse verso la casa dell’Immacolata. La Signora stava offrendo tutto con Gesù. «Mia dolce Regina, non volevo disturbarti, perché so che stai soffrendo molto e avresti bisogno di essere consolata tu stessa, ma sei l’unica che può aiutarmi!». «Angiolino caro, in questo momento l’unica mia consolazione è proprio quella di poter consolare Gesù! Su, presto! Torna nell’Orto degli Ulivi e portagli il mio Cuore!». Angiolino tutto tremante prese quel preziosissimo Cuore nelle sue mani di luce e lo portò subito a Gesù.
Miriam Soter