Intervista esclusiva su guerra e Chiesa con Padre Bogdan Vytrykush, sacerdote cattolico ucraino fedele alla Tradizione
Consiglio a tutti, specialmente ai miei amici più “appassionati” sul conflitto in Ucraina, di leggere questa intervista.Dalla quale si possono apprendere (almeno) due cose.La prima, meno immediata. Quando c’è una guerra, tutti scappano ma non restano solo i soldati: restano, tra gli altri, anche i sacerdoti. Molte di queste persone, che siamo pronti a giudicare, insultare gratuitamente, canzonare senza misericordia, restano sotto le bombe: l’abbiamo visto nella ex Jugoslavia, nei vari conflitti africani, ad Aleppo e lo vediamo in Ucraina.
Pensiamoci: che ci starebbero a fare là, se Dio non esistesse? A dare una pacca sulla spalla a chi muore, in attesa, magari, che una scheggia o un proiettile facciano il loro lavoro? A dare onore a un malinteso, narcisistico e patetico senso del dovere? Basterebbe questo per stare là dove cadono le bombe e la gente spara e muore?La seconda, invece, è già più facile e, a dispetto della propaganda indegna e martellante, ce l’abbiamo presente un po’ tutti: ossia che oltre all’Ucraina “faro di libertà”, che tanto piace all’Occidente, e all’Ucraina “covo di vipere” che disegna la Russia esiste un’altra Ucraina. Quella vera.
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