Finito (e capito) il Paradiso posso ricominciare dall’Inferno
Ho concluso, ancora una volta (è la quarta) di leggere il Paradiso di Dante Alighieri ma finalmente posso gioire, e ri-iniziare da capo, perchè l’ho capito grazie al nuovo libro di Franco Nembrini che mi sono regalato lo scorso compleanno.
Siamo cresciuti sentendoci dire che la cantica de il Paradiso è la più brutta o, nel migliore dei casi, la più difficile. Difatti è così: il Paradiso è difficile ma, se lo si affronta con una guida, un educatore, diventa anche bellissimo e viene voglia, come dice proprio sul finale Francesco Nembrini, di riniziare il viaggio daccapo, cosa che sicuramente farò.
Ho capito il Paradiso anche perché non mi sono limitato a leggerlo ma a studiarlo: blocco degli appunti di fianco, libro guida di Nembrini, orari mattutini o notturni per avere pochi rumori di figli attorno e tutto questo è stato splendido. La Divina Commedia non si può aprire e leggere così come la si incontra: ci vuole per forza una persona accanto che la conosca meglio di te per fartela capire e quindi apprezzare maggiormente ed è la stessa dinamica che occorrerebbe avere nella vita e che l’autore ricorda spesso.
Ricomincerò la lettura da principio perché voglio portare avanti un mio personale progetto denominato “Dante 701” per continuare a studiare, insegnare, proporre, divulgare, attualizzare, amare, leggere la Divina Commedia tutti gli anni a venire (leggere a questo proposito la LETTERA APOSTOLICA CANDOR LUCIS AETERNAE DEL SANTO PADRE FRANCESCO NEL VII CENTENARIO DELLA MORTE DI DANTE ALIGHIERI)
Invito voi, cari amici, a prendere questa nuova edizione della Divina Commedia e a gustarvela, senza fretta, al massimo un canto al giorno: mi ringrazierete.
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