La guerra di bene consiste nel fare il bene…
La guerra di bene consiste nel fare il bene, la guerra di sangue si fa con spargimento di sangue: “Si vis pacem para bellum”, se vuoi la pace combatti la guerra e allora invece di inviare soldati con tute, armi, carri armati, ecc. inviamo generi alimentari, medicinali ed altro, cerchiamo di salvare quei popoli con il vero bene e non facendoli trascinare in scontri armati voluti stoltamente da un capo che per soddisfare il cieco desiderio di potere, schiavizza e soffoca un popolo intero.
Qual è il vero motivo della guerra? Quanto costa la guerra? La vera solidarietà umana non si fa trascinare in lutti e spargimenti di sangue. Bisogna studiare nuove strategie: evitare la morte e creare la vita e allora cosa fare? La guerra di bene, di pace.
Se l’uomo di oggi o di sempre presenta questa patologia, ignorando di essere finito, di essere tramontabile, che la vita è luce, gioia, bene, dono, inno, prima di compiere un genocidio, prima di processarlo, si deve trovare il sistema per bloccare questa furia omicida. Il diritto di vivere è inalienabile, nessuno ha il diritto di eliminarlo.
La nostra è una società di parlanti, cioè tutti parlano, tutti desiderano parlare ed è naturale, ma non tutti sanno che la parola deve dare risposte risolutive, ci è stato dato l’uso della parola ma non il libretto di istruzione per l’uso, la parola non deve servire a cucire l’abito su misura personale ed egoistico.
La autorevolezza della parola non sta nel tono ma nel suo significato. L’uomo quando parla deve diventare altro da se, capire il bisogno dell’altro. Come paradosso proporrei lo sciopero della parola, ossia un giorno di silenzio.
Tutti vogliono essere, ma nessuno è. L’uomo soffre di una incessante inquietudine, di una sfrenata corsa verso il potere, verso il denaro. dice il poeta: “sempre corsi e mai giunsi il fine” ma nella sua illusione di vita, l’uomo liquido non si accorge che dopo aver vissuto con ansia, paura, rischio, deve tristemente lasciare tutto: chissà se si pentirà oppure sarà soddisfatto? Cosa lascerà in eredità? Certo è che se l’intelligenza dell’uomo si dovesse misurare in tal modo dovremmo concludere che è analfabeta.
Troppa vanità, disinvoltura, arroganza, rincorrere falsi miti, presidiano la nostra vita. Sappiamo trovare nel silenzio della nostra solitudine interiore il vero senso della vita. L’uomo corre verso altri per non sentirsi solo, ti voglio bene per essere voluto bene, ama per essere amato. Come vorrei fermare l’uomo che ha fretta per dirgli fermati e cerca di recuperare il tempo perduto! Questa riflessione può, potrebbe sembrare utopia, pessimismo, delusione, ma cosi non è.
Bisogna saper leggere il romanzo della vita. Il pessimismo nasce dalla constatazione che gli uomini (per fortuna non tutti), con tutta questa supremazia di intelligenza e di capacità che orgogliosamente vantano, non sanno trovare rimedi per sanare questa globale sofferenza umana; cerchiamo di impreziosire l’anima e non solo il corpo, facciamo sorridere il cuore.
Io sono sereno se tu sei sereno.
L’altro sono io.
Antonio Chiariello da Giugliano – Napoli