Quaranta giorni per ascoltare, allenarsi, amare!
O Dio, che non vuoi la morte ma la conversione dei peccatori, ascolta benigno la nostra preghiera: benedici queste ceneri, che stiamo per imporre al nostro capo, riconoscendo che il prezioso corpo tornerà in polvere. (Liturgia di benedizione delle Ceneri)
Primo giorno di quaresima: benedizione delle ceneri. Benedizione della polvere. Cenere del nostro io, fuoco del nostro Dio. (Lettera pastorale del vescovo emerito di Altamura Mario Paciello, Cenere e fuoco) Polvere della nostra umanità, soffio della paternità di Dio. Un rito che richiama innanzitutto la misericordia immensa del Padre che ci offre un tempo di quaranta giorni come palestra del cuore, con l’esercizio della preghiera, del digiuno e dell’elemosina finalizzati alla polverizzazione del nostro vecchio uomo e alla rinascita dalle ceneri del fuoco di vita nuova.
Quaresima tempo di preghiera. Se è vero che tutto l’anno liturgico è preghiera della comunità rivolta alla Trinità, la quaresima ne costituisce il sacrario per eccellenza, dove riscoprire l’atteggiamento più profondo della preghiera: l’ascolto.
Quaresima tempo di digiuno. Occasione per dare spazio alla nostra capacità di gestire e superare la nostra più forte vulnerabilità, la fame. Cosa più umana non ce n’è; ma, anche tentazione più pericolosa non ce n’è. In che senso? Vissuta disordinatamente e subita la fame porta a dipendenze, a patologie dell’anima e ai vizi di ogni genere, che esprimono le tre fami più forti: fame di amore, di possesso e di comando.
Quaresima tempo di elemosina. Dare, donare, condividere, spezzare per qualcuno, offrire, contribuire, impegnarsi per una causa. Non delle semplici azioni esteriori, i cosiddetti “fioretti”, ma espressioni dell’unico gesto più divino che l’uomo possa saper fare: amare.
Con il capo cosparso di cenere – imitando gli abitanti di Ninive esortati da Giona alla penitenza e il re David quando si macchiò dell’ omicidio di Uria e dell’adulterio con Betsabea – vogliamo sentire “il leggero peso non dello scrupolo tormentoso, ma dell’azione della grazia che spinge a conversione e invia fuori di sé ad uscire dagli spazi ristretti di una vita arida, autoreferenziale ed egolatra”. Così ci vorremmo impegnare per giungere liberi, felici e santi per cantare “alleluia” nella notte della Pasqua. Così vorremmo assumere gli impegni della Chiesa ed educarci all’ esercizio della penitenza quaresimale ci ottenga il perdono dei peccati e una vita rinnovata a immagine del Signore risorto. (Liturgia di benedizione delle Ceneri)
don Domenico Savio Pierro – Assisi