Quell’amore per i nemici che ci imbarazza notevolmente
Le esigenze formulate da Gesù nel discorso della montagna sono così radicali, che non cessano di sconcertarci. Oggi, soprattutto, l’amore per i nemici imbarazza notevolmente. Gesù condanna ogni violenza? Le sue parole vietano la rivoluzione, la lotta di classe? A questo proposito c’è stato e c’è chi in nome del vangelo approva la violenza e chi la condanna. Il contrasto non si sanerà mai, finché chi condanna la violenza non crede veramente alla legge dell’amore, impegnandosi a servire il prossimo nei suoi diritti più fondamentali, con disinteresse, verità e giustizia. La pace proposta dal vangelo non può essere giustificazione per il nostro disimpegno o per le nostre viltà; ci sono situazioni di ingiustizia che devono far indignare e operare efficacemente per la loro soluzione. Poi Gesù ci dice anche altre cose. Egli vuole che amiamo tutti; non soltanto coloro che egli ci ha scelto come amici o che una simpatia naturale ci rende amabili, ma anche i più estranei, antipatici e ostili.
Anche le persone cattive hanno i loro affetti. Per fino i dittatori più spietati. Ciò non significa che essi abbiano un progetto amorevole. Mentre è proprio questo quello che noi cristiani dobbiamo avere, lo stesso progetto di Gesù sulle persone, che ci fa diventare prossimi a tutti gli uomini. Gesù ha eliminato la categoria del nemico, tanto cara ai filosofi e agli scienziati della politica. Il vangelo è rivoluzione della pace. Perciò, ognuno di noi è chiamato ad evangelizzare e auto educare la sua capacità di amare, perché l’amore come la fede deve essere coltivato. L’amore di Dio deve attraversare il nostro cuore e mettervi radici profonde. Dio non ci ha amati forse, nonostante i nostri peccati? Il suo amore raggiunge noi peccatori; e l’amore cristiano raggiunge anche i nemici.
Buona domenica!