Ho sentito tutte le vostre preghiere e dopo sette giorni sono tornata a vivere
In questo preciso momento mi sono rivista di nuovo.
Mi sono guardata come se fosse la prima volta. Ho scrutato attentamente ogni minimo cambiamento benché la lucidità me lo permettesse.
Ho guardato il mio viso inondato di luce, quello che è sempre passato scioccamente sotto il mio occhio perennemente critico, severo, e questa volta l’ho visto come fosse nuovo.
Ho parlato tra me e me per riascoltare la mia voce, quella che per giorni mi ha lasciata sola insieme al fiato che non mi stava tenendo più in vita.
Ho respirato impaurita a pieni polmoni e con qualche difficoltà il mio fiato è andato fino infondo.
Mi sono alzata piano tenendomi con le mani larghe per afferrare il letto in caso cadessi, e le mie gambe seppur tremolanti mi hanno retto dinuovo.
Mi sono portata le mani nei capelli, li ho pettinati e mentre notavo quanto fossero cresciuti in questi giorni, raccoglievo e buttavo tutti quelli che mi rimanevano tra le dita.
Mi sono lavata piano il viso per evitare che l’ennesimo, doloroso e fragile ago in vena andasse perduto ed ho indossato la tuta pulita come se fosse il più bell’abito che esistesse al mondo.
Ho preso i farmaci e mi sono appoggiata al davanzale della finestra, ho messo la crema sulle mie occhiaie ed ho guardato lì dove per tutti questi giorni un’immagine mi ha accompagnata silenziosa.
Ho sfilato dal mio dito il rosario e la medaglia miracolosa, quella che ho stretto forte ed ho sentito incollata su di me per tutto il tempo, quella che ho invocato anche mentre stavo soffocando.
Li ho baciati e finalmente ho pianto.
Sono stata consapevole di ciò che mi stava capitando fin dall’inizio ed ho avuto paura. Una paura che mi tappava le orecchie, mi annebbiava, mi confondeva e mi rubava tempo troppo velocemente, si, perché tutto stava succedendo troppo in fretta.
Sono stata in mezzo ad altre vite, qualcuna ce l’ha fatta, altri no.
Ci siamo incoraggiati, ci siamo capiti, ci siamo preoccupati l’uno per l’altro, anche solo guardandoci, ed ogni volta vedevamo portare via qualcuno scendeva nuovamente il terrore.
Sono stata sotto mani inesperte, giovani, stanche, frettolose, impaurite che mi hanno massacrato le vene, le mani, le braccia ma che erano li per rispondere ad una emergenza che altrimenti sarebbe diventata una grande tragedia.
Sono risultata allergica al farmaco che doveva salvarmi la vita da questo maledetto virus e quando sembrava non esserci una via di uscita, la soluzione è arrivata.
Ho visto medici che come giocolieri, nonostante le pochissime risorse a disposizione hanno mantenuto in piedi anche le situazioni più critiche come i pazienti con tumori e con #covid, e nello stesso momento li ho visti umiliati e trattati con disprezzo da coloro che senza vaccino rifiutavano le cure, morendo poi davanti a loro occhi.
Ho accarezzato la spalla ad un nonno che ormai solo da giorni a stento riusciva a rispondere al telefono per sentire i figli che tanto gli mancavano.
Ho fatto occhiolini e segni di forza ad un bimbo dolcissimo, con la fronte bollente e il catarro che dominava le sue vie respiratorie e stretto la mano alla sua mamma che terrorizzata parlava con i medici.
Ho riso, tanto, istericamente, mantenendo alto l’umore di chi entrava impaurito per la prima volta e convincendomi del fatto che se proprio sarei dovuta morire, avrei voluto farlo ridendo.
Ho guardato il soffitto per ore, ho provato a staccarmi dalla realtà per evitare di soffrire troppo se tutto fosse andato male e poi ho cercato ricordi che mi donassero serenità, e immaginato ciò che avrei fatto con determinazione nel caso in cui ce l’avrei fatta.
Ho visto al telefono e con occhi diversi i miei genitori, le mie sorelle, la mia famiglia, i miei nipotini, il mio amato Emmanuele in ansia e preoccupati come non mai, che ogni giorno mi hanno dato la forza per resistere nonostante i tanti momenti in cui mi sentivo stanca di tutto. Ho visto la loro paura che rifletteva la mia e quei momenti che volevo tanto risparmiargli, sembravano invece non terminare mai.
Stava andando tutto storto ma poi qualcosa è cambiato.
Così ho tirato un sospiro speranzoso e con me anche chi affannosamente mi stava curando da giorni.
Stava andando tutto storto ma poi si! qualcosa è cambiato!
Ho pensato ad Alessandro, che senza di te probabilmente il mio percorso sarebbe stato simile a tanti altri che hanno atteso troppo, che grazie a te Ale e a chi ha lavorato silenziosamente con te, in tutto quel caos non mi avete mai fatto sentire abbandonata.
Ho saputo del messaggio celeste di mia nonna, delle vostre attenzioni e vi ho pensato tanto, vi ho ringraziato e abbracciato nei miei sogni ed ho sperato che tutte le vostre preghiere potessero arrivare anche a chi era al mio fianco e soffriva.
Sono stata inondata di amore, preghiere e affetto ma talmente tanto che ancora non mi capacito ma una cosa è certa, l’ho sentito tutto fin dal primo istante, è arrivato forte, dritto e potente nel mio cuore da ogni parte del mondo da ognuno di voi.
In questo preciso momento mi sono rivista di nuovo, mi sono guardata come se fosse la prima volta ed ho rivissuto esattamente tutto questo. Poi ho guardato fuori, ho alzato gli occhi al cielo, ho sorriso, ho ringraziato e “dopo sette giorni sono tornata a vivere”.
Dal profondo della mia anima,GRAZIE
Venere Fiorenza Di Leo