I bambini alla scuola calcio vanno per giocare e non solo per fare la lezione
Nella bella location “ristorante Al monte” gestita dall’amico Giandomenico, l’altro ieri il “mitico” Gianluca Ripani ha presentato il suo nuovo libro “Il sistema Giocalcio dall’insegnare al facilitare” ,un libro ricco di spunti che soprattutto fa riflettere sulle dinamiche dell apprendimento e sul modo di porsi noi adulti nell’insegnare una materia. Si nota subito, nel leggerlo,che è un libro scritto da chi ha insegnato in prima linea calcio sul campo e non dietro una scrivania. Una frase su tutte da ricordare per me: “I bambini alla scuola calcio vanno per giocare e non solo per fare la lezione“.
Purtroppo oggi i campi di allenamento si vedono sempre più attrezzati con staff sempre più preparati e lezioni sempre più strutturate,ma in sostanza prevedono spesso pochissimo gioco e divertimento.I bambini sono bambini e non piccoli uomini ! E’ il motto di Gianluca da anni! Chapeau
Aldo Vergine
————————–
Il calcio uno sport creato dagli adulti per le loro esigenze che ben presto ha appassionato anche i bambini a tal punto di farlo diventare il loro GIOCO preferito. Le scuole calcio a metà degli anni ‘70, hanno rappresentato la continuità; quando gli spazi liberi andavano ad esaurirsi hanno permesso ai bambini di continuare a giocare al calcio. Con il tempo però lasciando le piazze i cortili gli oratori e gli spazi liberi ben presto il gioco si è trasformato in disciplina e in lezioni. Il sistema Giocalcio propone un’attività che rimetta al centro del progetto il gioco e l’apprendimento non come deduzione dell’insegnamento ma come diretta conseguenza dell’esperienza libera e facilitata che potenzi le doti innate e la formazione del futuro uomo. Il giocalcio parte da alcuni principi che rivoluzionano l’ambiente nel quale viene inserito il bambino. L’ambiente diventa il presupposto essenziale per l’apprendimento, dove l’adulto deve riuscire a fare un passo indietro per riconsegnare il gioco dei bambini nelle loro mani, impersonando la figura del facilitatore che sostituisca quella dell’istruttore. Una proposta dove l’insegnamento non massifichi e standardizzi l’espressione ma dove la libera scelta stimoli interpretazioni personali creative e fantasiose.
Gianluca Ripani