Non esiste, in Italia, un diritto all’aborto
Qualcuno ricorda come venne introdotto legislativamente l’aborto in Italia? Fu depenalizzato in alcuni casi, accettandolo come una triste necessità per strappare le donne all’aborto clandestino. Ma la stessa criminale legge 194 si fonderebbe sul principio che l’aborto è un evento drammatico da evitare e, in casi eccezionali, se proprio non si può fare a meno, che venga tutelata la salute della donna. Oggi l’aborto è diventato un diritto, praticamente in qualunque caso, basta non volere un figlio. La scienza a servizio di satana ha offerto la base a questo falso diritto stabilendo che una persona ancora nel grembo della madre sia meno persona, anzi non lo sia proprio, solo un grumo di cellule. Per questo si può infilare un forpice nel grembo e spappolare quel corpo, solo perché ancora non perfettamente sviluppato.
Questa scienza falsa e illusoria, si è piantata nella testa delle madri (i padri non esistono mai, altra follia satanica destinata a conseguenze devastanti nelle relazioni, nelle famiglie, nella testa e nell’anima) sino ad arrivare all’aberrazione di ridurre la pratica a una pillola da mandare giù. Donne poco più che bambine sono da tempo indottrinate dai sofismi allo zolfo delle Mary Poppins dell’ideologia dominante; illuse di essere libere perché, grazie a una pillola da mandare giù, magari “con un po’ di zucchero” del diritto petaloso, possono buttare corpo e anima nel baratro di un sesso giocato. Come una donna, giovane, possa scrivere circa questa menzogna come di un “diritto svilito” è un mistero; il mistero dell’iniquità che afferra e inganna ancora Eva, la donna, per distruggere in lei, nella sua anima e nella sua mente prima che nel suo corpo, la fabbrica della vita deposta dal Creatore. È il principio della devastazione di una società, la bomba atomica gettata sul fondamento della vita.
Una volta distrutto questo, il resto viene giù di conseguenza. Per questo il demonio attacca la donna, sino a rubarle ciò che le è più intimo, ciò che la costituisce l’irripetibile e meravigliosa fonte della vita. Siamo giunti al punto che questa bella verità non si può più nemmeno dire senza offendere la dignità, l’autodeterminazione e i diritti delle donne. Invece proprio le parole delle donne scritte e dette in risposta a quelle di Signorini rivelano l’abisso nel quale il demonio e l’ideologia che per suo conto sta seducendo il mondo hanno fatto precipitare questa generazione. Una donna davvero libera, una donna felice di esserlo non può scrivere che l’aborto sia un diritto svilito se qualcuno afferma di esserne contrario. Una donna non può a meno di essere ingannata, e per questo schiava di una menzogna che vuol trasformare il suo grembo in una tomba.
Da qui dobbiamo partire, perché Cristo è sceso in questa tomba dove il demonio spinge madre e figli. Perché Lui è risorto e vuol fare risorgere anche ogni donna e ogni loro figlio. Questo annuncio dobbiamo ripetere senza paura e senza sosta, per smentire le false parole del demonio e liberare le donne per riconsegnarle a se stesse, al loro essere spose e madri felici, anche nelle difficoltà. Dobbiamo evangelizzare per seminare la fede che si manifesta in opere di vita eterna. Opere che rivelano la Verità, così bella da polverizzare la menzogna satanica. Famiglie, sposi e spose, padri e madri che vivono la loro vocazione nella pace e nella gioia della Verità che si compie e realizza davvero le persone. Questa testimonianza cercano le donne di questa generazione, anche con le parole sconnesse che scrivono e dicono per difendere chi le vuole uccidere con il “diritto” di abortire.
don Antonello Iapicca