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Nello svuotamento del nostro potere sta la nostra liberazione

Il crollo descritto nel Vangelo richiama i crolli che avvengono in ogni epoca della storia. Anche quello in corso oggi, con una società in forte decadenza e una chiesa indebolita dagli scandali e dalla secolarizzazione, non è un crollo per la nostra condanna. Ciò che crolla è l’idolatria. Al suo posto arriva il potere benefico del Figlio.
I discepoli non devono confidare più nel proprio potere, ma nel dono di Gesù. Nello svuotamento del nostro potere sta la nostra liberazione. Gesù viene: ecco la nostra consolazione. Il futuro vedrà forse ancor meno cristiani, ma questi saranno costruttori di pace e di speranza, anche a beneficio di coloro che vivono nella smemoratezza del bene. Nell’eucaristia, celebrata ogni giorno, Gesù raccoglie i suoi discepoli per dare origine a una nuova creazione, che è sempre in corso. Con la forza del pane eucaristico i cristiani affrontano i drammi della storia, anche quelli che scuotono maggiormente la vita degli uomini. I discepoli, guardando al maestro che vive con loro tutti i giorni, non si scoraggiano e tutto, anche le difficoltà, concorre al bene delle persone che amano Dio.
La parabola del fico. Nell’inverno il fico mette le gemme, nell’inverno del rifiuto il Figlio è alle porte, dopo aver scardinato la porta del sepolcro. Il riferimento a questa generazione indica che la vittoria di Gesù sulla morte sta per accadere. La Pasqua di Gesù ci raggiunge e ci solleva. Una vittoria che solleva ogni generazione dei figli dell’uomo.

Buona domenica !

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