L’amore che vale più dei sacrifici
“Amare Dio e amare il prossimo” è la formula sintetica nella quale si riassume il messaggio cristiano, e costituisce il tema principale di questa domenica. Al commento del decalogo nella prima lettura dal Deuteronomio, il discorso di Mosè ruota attorno a quattro verbi: temere, osservare, ascoltare, ed amare. Il primo (temere) corrisponde a “credere” nel senso del riconoscimento dell’assoluta sovrana ed unica signoria di Dio che abbraccia tutta la vita o esistenza del credente: egli deve quindi osservare (secondo verbo) tutte le leggi del Signore e tutti i suoi comandamenti per tutti i giorni. Questa osservanza ricolma la vita della benedizione di Dio. Il terzo verbo (ascoltare) riassume l’atteggiamento di fede di chi entra a far parte dell’alleanza con Dio. Si tratta dell’attenzione alla Parola di Dio e dell’impegno a metterla in pratica.
Anche questo gesto comporta la promessa di una benedizione ( la felicità ), soprattutto quando ascoltare la Parola di Dio vuol dire imprimerla e conservarla per sempre nel cuore. Il verbo “ascoltare” viene esplicitato e commentato mediante il quarto verbo (amare): “tu amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze”. L’amore è inteso qui come un rapporto radicale e irreversibile con Dio. Questo grado o livello d’impegno e di alleanza viene appunto espresso mediante la triplice ripetizione di “tutto” che abbraccia le tre dimensioni dell’essere umano (cuore, anima, forza).
Nella pagina evangelica il comando dell’amore a Dio viene accosto a quello dell’amore al prossimo come se stessi. La domanda ( “quale il primo di tutti i comandamenti?”) nasce certamente da un esigenza particolarmente sentita nell’ambiente giudaico. Si tratta infatti della ricerca di un modo migliore per piacere a Dio. Cristo risponde allora allo scriba unendo insieme due passi del Pentateuco: il primo (Dt6, 4) è l’inizio della “shema Israel” (dalle Parole iniziali: Ascoltare, Israele!), una professione di fede con cui ogni israelita apriva e chiudeva la giornata: “Il Signore Dio nostro è l’unico Signore, amerai dunque il Signore Dio tuo con tutto il cuore.” . Il secondo è tratto dal Levitico19, 18: E il secondo è questo. Amerai il prossimo tuo come te stesso”. Gesù riassume la sua posizione con una frase che sottolinea il ruolo unico e fondamentale di questi due comandamenti: “non c’è¨ altro comandamento più importante di questi” La novità della risposta di Gesù è l’accostamento del principio dell’alleanza al comandamento relativo all’amore del prossimo.
Bisogna amare Dio con un amore che scaturisca dal centro della persona ed investa tutte le facoltà (cuore, anima, forza). La risposta reciproca dell’uomo all’amore di Dio deve quindi essere completa, totale e deve considerare l’attenzione verso il prossimo come un valore essenziale per piacere a Dio.
Don Joseph Ndoum Iª lett.Deuteronomio 6,2-6 Salmo 17/18 IIª lett.Ebrei 7,23-28 Vangelo Marco 12,28-34