« Da chi andremo Tu hai le parole di vita eterna»
Con questa domenica si conclude il lungo discorso di Gesù sul pane della vita nel vangelo di GIOVANNI (capitolo sesto). Nel brano odierno difronte alla proposta di mangiare la sua carne e bere il suo sangue, scoppia la crisi anche tra il gruppo dei suoi discepoli. Infatti, molti di loro, dopo aver ascoltato, dissero : ” Questo Linguaggio è duro, chi può intenderlo ? “
La vera causa dell’incomprensione e del rifiuto, e cioè della crisi anche nella cerchia dei discepoli, è la mancanza di fede « ci sono tra voi alcuni che non credono ».
Ci si può, in realtà, illudere di credere, o meglio credere di credere, come sembra in questo caso : hanno la pretesa di veder prima chiaro per poter credere dopo. E’ veramente l’opposto : prima si crede, ci si abbandona totalmente a Gesù, ci si fida e poi si comincia a veder chiaro. « Da allora molti dei suoi discepoli si tirarono indietro e non andavano più con lui ».
Di fronte a questa defezione Gesù non fa nulla per trattenere questi sfortunati. Non riduce le sue richieste, cioè non concede sconti sul prezzo originario della sequela. Anzi, ne aumenta. Con le sue parole bisogna prendere posizione, fare una scelta precisa, e non si possono adottare posizioni intermedie o di compromesso. O si sta con lui o si separa da lui. « Forse anche voi volete andarvene ? »
Nonostante la crisi. Gesù non concede per niente facilitazioni, non addolcisce le sue esigenze ; sembra preferire rimanere solo piuttosto che mercanteggiare sulle cose essenziali e fare concessioni nel senso della facilità. Conferma qua le sue parole sulla « porta stretta » d’ingresso al cielo.
Il discorso di Gesù a Cafarnao pareva risolversi in un clamoroso scacco senza la risposta di Pietro, che rappresenta la vera reazione attesa dal Signore. Si tratta di una confessione di fede a nome dei Dodici : « Signore, da chi andremo ? Tu hai le parole di vita eterna ». Non dice « dove andremo ? » ma « da chi andremo ? » II problema grosso è quindi da chi andare o da chi essere fedeli. Pietro parla infatti della fedeltà a una persona, con la quale ci si lega per camminare insieme, per andare nella stessa direzione. E questa persona è Cristo.
Credere non significa dunque sottoscrivere un elenco di verità, ma aderire a una persona, e fare di questa persona (Cristo) il centro, il senso della propria esistenza. Questa fedeltà non va subita, ma vissuta con gioia, in un rapporto di fede e di amore. “Volete andarvene anche voi ? »
Proviamo anche noi ad applicare questa domanda alla nostra situazione, e così verificare la nostra disponibilità ad accettare i discorsi e le esigenze del Maestro.
Don Joseph Ndoum Iª lettura Gs 24,1-2.15-17.18 dal Salmo 33 IIª lettura Ef 5,21-32 Vangelo Gv 6,60-69