Dal più piccolo al più grande!
La Buona Novella – Introduzione al Vangelo della Domenica – XI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO / B – Mc 4,26-34
Dal più piccolo al più grande!
Non mi sto riferendo ad un gruppo di persone, né a delle cose materiali di grandezza diversa e in ordine crescente. Dal più piccolo tra i semi che esistono nell’agricoltura al più grande tra gli arbusti che crescono bene. Scioglimento del rebus: il granellino di senape. Originale, creativo e geniale il nostro Maestro di Galilea, Gesù di Nazaret, nell’esporre le parabole sul Regno. Sì Gesù è un ottimo comunicatore e catecheta. Ma che dico! Egli è la Parola performativa delle nostre esistenza, il Verbo di Dio che dà luce e sostanza a tutto il nostro essere.
Il granello di senape di cui il Signore parla dice che “nessuno è escluso” dall’opera di Dio, nemmeno la persona più goffa, nemmeno il peccatore più ottenebrato della terra, né il cuore più indurito che esista, né la situazione più marginale e insignificante (per noi si intende, per il nostro modo di ragionare e di vedere le cose) e nemmeno le cose più banali, semplici e minuscole. Anzi, il nostro Dio non è il Dio delle cose mastodontiche ma è il “Tutto nel frammento” (Hans Urs von Balthasar). Sotto lo stemma del Seminario Diocesano Minore di Bisceglie vi è una scritta che abita le profondità del mio cuore, allargando gli orizzonti della mia mente tutt’oggi: “Spes messis in semine”. La speranza del raccolto nel seme. Sì. Nel seme. Lì c’è il tutto. Non solo per via deduttiva sappiamo che ogni cosa non ancora sviluppata è in potenza (Aristotele) qualcosa di grande, ma nella storia della salvezza tutto è parte integrante del disegno di amore del Padre. Ciascuno di noi è senape che può diventare un albero con rami grandi, spaziosi e accoglienti. Da piccoli a grandi. Da peccatori a santi. Da vuoti a sovrabbondantemente pieni.
Amici e amiche. Sorelle e fratelli. Coraggio!!!
La vita è troppo corta per essere tristi ed egoisti.
Il nostro piccolo seme dove si trova, sul terreno o dentro il terreno stesso?
In superficie emergerà una piccolezza incompiuta e frustrante.
Nel profondo della terra il seme dovrà, solo e nascosto, morire.
E così risorgerà; darà frutto. Nascerà come sogno realizzato, promessa compiuta, esperienza di amore che è fecondo e generativo di futuro carico di luce.
Lo Spirito Santo apra il nostro essere al Dono e ci faccia estendere in tutta la nostra capacità di amare, servire, danzare, gioire, lavorare, esplorare e camminare come missionari della Parola di Dio che “rimane in eterno” (1Pt 1,25) ed è foriera di Vita nuova.
Buona Domenica!
don Domenico Savio