10 consigli per rovinare la vostra relazione di coppia!
1)IGNORATEVI – La vita è dura, mutuo e bollette sono da pagare e i figli crescono, con i loro problemi. Sono motivazioni più che sufficienti per mettere il partner all’ultimo posto. Meta-comunicatevi che ci sono cose molto più importanti a cui dovete badare. Un buon inizio potrebbe essere quello di rientrare sempre più tardi dal lavoro; oppure farsi trovare al cellulare quando lui o lei rientrano. Lo smartphone è un ottimo strumento a questo scopo. Quando vi viene rivolta una domanda mentre avete gli occhi sullo schermo provate a rispondere con questa sequenza: alla prima volta fate finta di non sentire, alla seconda potete rispondere «Un attimo ho quasi finito», alla terza, complice il suo tono di voce che sarà probabilmente alterato, potete staccare gli occhi dallo schermo e dire «Certo che sei proprio pesante!».
2) NON CURATEVI – C’è un tempo per sedurre e un tempo per allontanare. La scarsa cura di sé e del proprio corpo, ma anche dei propri modi, sono un ottimo messaggio subliminale per comunicare «Se mi desideri sei un eroe» (versione di lei vs. lui) o «Se ti piaccio sei una martire» (versione di lui vs. lei). Ci sono delle ovvietà (scarsa igiene personale, dita nel naso, sciatteria nel vestire, linguaggio volgare) e poi ci sono dei gusti personali. Ecco, non è giusto che cadiate nel ricatto di essere come lui o lei vi vuole (approfondiremo meglio questo concetto al punto 9). Tra le motivazioni che potete addurre al primo posto è «Mi devi accettare come sono», seguito da «io non sono [nome amico o amica citata per fare il confronto]», se vostro marito vi fa intendere o vi comunica che vi desidererebbe più vicine ai canoni estetici odierni, potete dirgli «Pensavo avessi anche un’anima invece sei come tutti gli altri, che guarda le signorine delle pubblicità»; se vostra moglie vi chiede modi più gentili o un abbigliamento di cui non doversi vergognare, potete dirle «Sono sempre stato così, mi hai sposato così e già lo sapevi».Di questo atteggiamento, per i più eroici, c’è una variante detta “con gli altri sì” e si concretizza con il presentarsi a lavoro curati di tutto punto e girare per casa con abbigliamento da ospedale psichiatrico del secolo scorso; oppure lavarsi per uscire con gli amici e non lavarsi per andare a letto la sera e – un must – sfoggiare un bel sorriso con tutti quelli che incontrate ma avere il viso scuro con la moglie e il marito.
3) CONFIDATEVI CON AMICI E AMICHE – Se avete seguito i primi due consigli sicuramente sarete a buon punto nella vostra crisi di coppia. E allora che c’è di meglio di dirlo ai propri amici? Mi raccomando, non insieme, di fronte ad una coppia o ai vostri testimoni di nozze. Quelli no! Potrebbero darvi degli utili consigli di buon senso. Parlate sempre individualmente, così chi vi ascolta non potrà che darvi ragione, e voi vi rinforzerete nell’idea di aver proprio sbagliato partner, generando un effetto a catena inarrestabile.Anche qui c’è una versione potenziata: quando siete in crisi rivolgetevi ad un amico di sesso diverso dal vostro, più o meno della vostra età. Vedrete che più ci parlate più vi sentirete capiti e penserete di avere davanti una divinità… «Ma perché non me ne sono accorto/a prima?». Da qui ad innamorarvene sarà un passo. Assicurato!
4) PRIMA I DIFETTI, SEMPRE! – Ogni persona – si sa – ha pregi e difetti. Se volete distruggere la vostra relazione, ma volete usare i guanti di velluto, continuate ad evidenziare i difetti del partner e a minimizzare i suoi talenti. Se lo fate con voce gentile, “per il suo bene”, lui o lei non avrà la scusa per arrabbiarsi, ma sentirà una fastidiosa stretta allo stomaco o alla gola.Per peggiorare procedete così: tutte le volte che grazie ad un suo pregio farà qualcosa di buono attribuitelo a circostanze esterne e fortuite, mentre tutte le volte che sbaglierà, attribuite a lui o a lei l’esclusiva responsabilità.Se – all’interno dello stesso discorso – riuscirete a presentare i vostri difetti come causati da circostanze sfortunate o dalla vostra storia, e i vostri pregi alla vostra migliore forza di volontà, riuscirete a mettervi su un piedistallo, cosa che ogni partner – maschio o femmina che sia – detesta.L’effetto top-down sfascia la coppia che dovrebbe rimanere grosso modo su un piano di parità. Se questa posizione viene portata sul campo della qualità morale, dell’impegno, della crescita personale, lo squilibrio generato farà vacillare anche i più forti.
5) ASTENETEVI SESSUALMENTE – Trattare di sessualità nella coppia è sempre un argomento complesso. Cominciate comunque sempre dal non avere rapporti, o averli molto raramente. Questo in genere è sufficiente per far scemare lentamente, impercettibilmente e inesorabilmente, anche le altre espressioni della sessualità: i gesti dolci, le carezze, gli sguardi, gli abbracci. Vi troverete in breve tempo a “schivarvi” quando vi incrociate, e il vostro partner sarà fisicamente un estraneo. Questa sensazione la potete localizzare a livello del cuore. Sentirete una specie di freddo ma non vi preoccupate, è assolutamente fisiologico: il nostro cuore gioisce e funziona bene quando vive un amore caldo, si irrigidisce quando c’è freddezza affettiva. Stiamo parlando di processi che avvengono nel corpo: non è poesia, è fisiologia. Se – casualmente – avete dei rapporti, evitate il contatto visivo. Chiudete gli occhi o distraeteli, così che il rapporto sessuale da luogo dell’intimità profonda che coinvolge corpo, mente e anima, diventi l’incontro di due corpi assenti. Se questo avrà delle ripercussioni sulla libido, sarete costretti a pensare ad altri partner. In questo modo alla fine vi sentirete molto frustrati, e la frequenza diminuirà ulteriormente.
6) NO ALLE FESTE – Anniversario? San Valentino? Sono solo feste che la società ci impone per farci sprecare soldi. Stare in mezzo ad altre coppie che – ipocrite – festeggiano, vi deve proprio schifare. Che ci sarà mai poi da essere contenti? Se qualcuno vi chiede se festeggiate il vostro anniversario rispondete «È un giorno come un altro». Se vi chiedono cosa fate a San Valentino rispondete «Noi non crediamo in San Valentino» dando così prova anche della vostra profondità teologica. L’accoppiata migliore comunque la potete azzeccare se riuscite a comporre una relazione in cui uno dei due ci tiene (in genere lei) e l’altro si oppone per principio (in genere lui). Così potete scontentarvi ad anni alterni: il primo anno uscite e chi si oppone farà di tutto per boicottare la serata ed impedire che sia una festa, facendo notare con aria irritante o sottomessa che non si sta divertendo; il secondo anno state a casa e chi ci terrebbe farà notare a lui quanto gli altri si divertono mentre «Noi siamo qui, una coppia morta».
7) VIVA LA MAMMA – I genitori mi hanno dato la vita. Porto in me il loro patrimonio genetico, ma anche culturale, di abitudini, di un certo modo di intendere la vita. Così i miei figli portano parte del mio. Da questo punto di vista il mio partner è un estraneo. Che ha a che fare con me? Che cosa gli devo? Anche qui, se ci sono dei conflitti tra lui e la mia famiglia, è evidente che va data la precedenza alla famiglia…è naturale. In fondo lui è arrivato dopo e si deve adeguare. C’è scritto pure nella Bibbia “Onora il padre e la madre”! (Ignorate a questo punto che c’è scritto pure “l’uomo lascerà suo padre e sua madre”, eventualmente dite che è stato scritto molto prima, in Genesi, e quindi sicuramente è stato superato). Rispetto ai figli invece dovrebbe filare tutto liscio. Quando nasce un figlio mi raccomando, la mamma smetta di essere moglie e si dedichi esclusivamente alle cure del piccolo, fino alla maggiore età. Il padre invece si diletti a chiamare “amore mio” la figlia e continui a chiamare la moglie per nome.
8 – CONTESTATES e ancora vi è rimasto un briciolo di dialogo, suggerirei di iniziare ogni frase con «No», «Però», oppure «Sì, ma…». Non c’è nulla di più odioso e che vi faccia passare la voglia di continuare a parlare. Il principio di seguire l’interlocutore e tendenzialmente accompagnare le sue parole con gesti e frasi di conferma, a meno che non si stia litigando o argomentando di politica, è buona educazione. Ma con il partner no, avete la possibilità di farlo sentire un deficiente ogni volta che apre bocca.Usate consapevolmente il meccanismo della “reattanza” quella modalità adolescenziale di non concedere mai la ragione a chi vi dà un’indicazione. «Se gli/le dico di sì, se l’ascolto, penserà di aver ragione e quindi di essere più di me, non posso permetterlo».
9) SIATE LIBERI – Lamentatevi continuamente della vostra mancata libertà. Sui social, dalla parrucchiera, al bar davanti ad una birra. È lo sport mondiale del momento: se sei single ti lamenti che non hai trovato nessuno o che nessuno è all’altezza di stare con te; se sei sposato ti lamenti delle limitazioni che ti impone la tua condizione. Nel matrimonio e nella coppia in generale è incredibile il numero di limitazioni alle quali ti devi sottoporre. Pensaci spesso e tratta il tuo partner come un carceriere. Ti chiede qualcosa? Ti sta sfruttando. Ti chiede un cambiamento? Ti sta manipolando. Ti chiede cosa hai fatto? Ti sta controllando. Sono solo alcuni esempi ma con un po’ di impegno riuscirai a rendere la tua vita coniugale una totale paranoia. Più la penserai in questo modo e più ti convincerai. Più ti convincerai e più guarderai a tuo marito e tua moglie in questi termini. E più lo guarderai così più il suo comportamento diventerà strano, sospettoso, irritato.
10) LITIGATE A LUNGO, O NON LITIGATE AFFATTO- Litigare dovrebbe diventare il modo più evidente per convincervi del vostro fallimento come partner. Bruciate tutti i manuali che vi invitano a vedere il conflitto come un’esperienza costruttiva, e quelli in cui sta scritto che è normale avere dei disaccordi, essendo differenti. Voi no, vivete ogni conflitto come una tragedia, e come una tragedia tenetelo lunghissimo. Non serve che vi spieghi come fare: stanti due posizioni differenti, è impossibile trovare un equilibrio perfetto. Se vi capitasse di trovare un accordo, ci sia sempre chi crede di averci rimesso qualcosa, e a quel punto può giocarsi la carta della vittima. Convincetevi che gli altri non litigano, o non litigano come voi, e che quindi voi siete sbagliati. Arriverete ad un certo punto che sarete sfiniti, perché l’età che avanza in genere dà meno energie per queste cose. Allora ritiratevi in un silenzio sprezzante e sfuggente. Ignoratevi (punto 1). Così avete chiuso il cerchio.
Come guarire da questi paradossi nel prossimo libro “Crisi di coppia. Come uscirne in 10 mosse”
scarica la scheda del libro di Marco Scarmagnani e le informazioni per ordinarlo