Per l’annuncio alle famiglie occorre mettersi al servizio della loro felicità
Come riportato dal Bollettino della Sala Stampa della Santa Sede dello scorso 10 aprile 2020, “a causa dell’attuale situazione sanitaria e delle sue conseguenze sullo spostamento e l’aggregazione di giovani e famiglie, il Santo Padre, insieme al Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, ha ritenuto di posporre di un anno il prossimo Incontro Mondiale delle Famiglie, in programma a Roma nel giugno del 2021 a giugno 2022”.
Rinviata anche la Giornata mondiale della Gioventù
Cinque anni fa, Papa Francesco ha promulgato l’esortazione apostolica post-sinodale Amoris laetitia sulla bellezza e sulla gioia dell’amore coniugale e familiare. Nella ricorrenza, che cade nella solennità di San Giuseppe, ha inaugurato l’anno speciale “Famiglia Amoris laetitia”, aperto con il convegno online “Il nostro Amore quotidiano”. Come si legge nel suo messaggio ai partecipanti, questo periodo durerà fino alla celebrazione della decima Giornata mondiale delle famiglie, che avrà luogo a Roma il 26 giugno 2022, e ha l’obiettivo di rileggere il documento e riflettere sul tema.
«In questo quinquennio, Amoris laetitia ha tracciato l’inizio di un cammino cercando di incoraggiare un nuovo approccio pastorale nei confronti della realtà familiare. L’intenzione principale del Documento è quella di comunicare, in un tempo e in una cultura profondamente mutati, che oggi è necessario uno sguardo nuovo sulla famiglia da parte della Chiesa: non basta ribadire il valore e l’importanza della dottrina, se non diventiamo custodi della bellezza della famiglia e se non ci prendiamo cura con compassione delle sue fragilità e delle sue ferite.»
Per il pontefice, sono quindi due gli aspetti fondamentali di ogni pastorale familiare: la franchezza dell’annuncio evangelico e la tenerezza dell’accompagnamento. Da una parte, la Parola sempre nuova del Vangelo deve aiutare a cogliere il senso autentico dell’unione e dell’amore, segno e immagine dell’amore trinitario e dell’alleanza tra Cristo e la Chiesa. Essa è esigente e mira a liberare le relazioni umane dalla dittatura delle emozioni, dall’esaltazione del provvisorio, dal predominio dell’individualismo, dalla paura del futuro. Dinanzi a queste difficoltà, la Chiesa ribadisce agli sposi cristiani il valore del matrimonio come progetto di Dio e come frutto della sua Grazia.
Dall’altra parte, questo annuncio va fatto conoscendo da vicino le fatiche quotidiane degli sposi e dei genitori, i loro problemi, le loro sofferenze. L’insegnamento della Chiesa, incarnata nella realtà storica come lo è stato il suo Maestro, non deve mai essere calato dall’alto e fatto vivere come un obbligo morale. Con discrezione, esso deve farsi prossimo all’amore quotidiano, generato dalla semplicità e dall’opera silenziosa della vita familiare. Per questo la Chiesa è chiamata a fare il cammino con sposi, genitori e figli, non solo a tracciare una direzione.
«Annunciare il Vangelo accompagnando le persone e mettendosi al servizio della loro felicità: in questo modo, possiamo aiutare le famiglie a camminare in maniera rispondente alla loro vocazione e missione, consapevoli della bellezza dei legami e del loro fondamento nell’amore di Dio Padre e Figlio e Spirito Santo. Quando la famiglia vive nel segno di questa Comunione divina, […] allora diventa una parola vivente del Dio Amore, pronunciata al mondo e per il mondo. Infatti, la grammatica delle relazioni familiari – cioè della coniugalità, maternità, paternità, filialità e fraternità – è la via attraverso la quale si trasmette il linguaggio dell’amore, che dà senso alla vita e qualità umana ad ogni relazione.»
SM