Liberàti dai rami secchi … diventiamo piantagione florida!
La Buona Novella – Introduzione al Vangelo della Domenica – V DOMENICA DI PASQUA / B Giovanni 15,1-8
Liberàti dai rami secchi … diventiamo piantagione florida!
Nella Quinta Domenica di Pasqua ci accompagna l’immagine agreste e suggestiva della vite unita ai tralci. È bello innanzitutto ricordarci come sia naturale, semplice ed immediata la modalità con cui Gesù annunciava il Regno di Dio e spiegava ai suoi discepoli le cose dello Spirito, a differenza nostra che spesso scivoliamo nel “teologhese” (modo di comunicare complicato e a volte staccato dalla realtà e perciò anche dal suo senso profondo). Cristo parla del rapporto tra Lui e il Padre, tra Lui e noi e tra di noi e Lui. Andiamo con ordine.
La relazione tra Gesù e il Padre è definita così: “Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore”. La relazione tra Gesù e noi invece risuona con queste parole: “Io sono la vite, voi i tralci”. Questo dice tante cose sull’identità di Dio e di conseguenza sull’identità dell’uomo, non perché ci sia una dipendenza limitante e fatta di sottomissione umiliante da parte nostra nei confronti di Dio, ma perché noi siamo fatti da Dio e soprattutto di Dio. Poiché l’uomo è immagine e somiglianza di Dio, ecco che da questo deriva che “senza Dio non si dà l’umano” e “solo chi conosce Dio conosce anche l’uomo” (Romano Guardini). Nel Concilio Vaticano II nella Costituzione pastorale Gaudium et spes al n. 22 leggiamo che “Gesù è l’uomo nuovo e perfetto, che rivela l’uomo all’uomo”. In Cristo c’è l’umanità compiuta nell’amore totale, nel dono pienamente offerto, nella relazione di comunione tra lui e il Padre e tra lui e noi. L’uomo-ponte di comunione tra cielo e terra, tra desideri umani ed estasi divine. Senza separazione di matrice platonica; noi siamo un tutt’uno.
Il Padre è la sorgente dell’amore.
Gesù l’amore visibile nei gesti umani, nelle parole umane e nella sua storia concreta, che trasforma le nostre trame infelici e decadenti in pagine di salvezza e in storie ‘non tanto a lieto finale’ ma che hanno in sé un “gaudente fine, una meta, una speranza certa e un amore pieno e fecondo”. Cristo concima i nostri terreni del cuore, affinché noi uniti a Lui, in ascolto delle sue parole e legati a Lui con vincoli dolci di letizia e pace possiamo vivere e vivere in abbondanza, guarire da ogni ramo secco e sterile e fiorire nella vera gioia!
Buona Domenica!
don Domenico Savio
il foglietto della messa
Grazie Don Domenico per questa interessante interpretazione!