Papa Francesco invita anche parroci e insegnanti a continuare a diffondere il messaggio dantesco
Al termine di questo sintetico sguardo all’opera di Dante Alighieri, una miniera quasi infinita di conoscenze, di esperienze, di considerazioni in ogni ambito della ricerca umana, si impone una riflessione. La ricchezza di figure, di narrazioni, di simboli, di immagini suggestive e attraenti che Dante ci propone suscita certamente ammirazione, meraviglia, gratitudine. In lui possiamo quasi intravedere un precursore della nostra cultura multimediale, in cui parole e immagini, simboli e suoni, poesia e danza si fondono in un unico messaggio. Si comprende, allora, perché il suo poema abbia ispirato la creazione di innumerevoli opere d’arte di ogni genere.
Ma l’opera del Sommo Poeta suscita anche alcune provocazioni per i nostri giorni. Cosa può comunicare a noi, nel nostro tempo? Ha ancora qualcosa da dirci, da offrirci? Il suo messaggio ha un’attualità, una qualche funzione da svolgere anche per noi? Ci può ancora interpellare?
Dante – proviamo a farci interpreti della sua voce – non ci chiede, oggi, di essere semplicemente letto, commentato, studiato, analizzato. Ci chiede piuttosto di essere ascoltato, di essere in certo qual modo imitato, di farci suoi compagni di viaggio, perché anche oggi egli vuole mostrarci quale sia l’itinerario verso la felicità, la via retta per vivere pienamente la nostra umanità, superando le selve oscure in cui perdiamo l’orientamento e la dignità. Il viaggio di Dante e la sua visione della vita oltre la morte non sono semplicemente oggetto di una narrazione, non costituiscono soltanto un evento personale, seppur eccezionale.
Se Dante racconta tutto questo – e lo fa in modo mirabile – usando la lingua del popolo, quella che tutti potevano comprendere, elevandola a lingua universale, è perché ha un messaggio importante da trasmetterci, una parola che vuole toccare il nostro cuore e la nostra mente, destinata a trasformarci e cambiarci già ora, in questa vita. Il suo è un messaggio che può e deve renderci pienamente consapevoli di ciò che siamo e di ciò che viviamo giorno per giorno nella tensione interiore e continua verso la felicità, verso la pienezza dell’esistenza, verso la patria ultima dove saremo in piena comunione con Dio, Amore infinito ed eterno. Anche se Dante è uomo del suo tempo e ha sensibilità diverse dalle nostre su alcuni temi, il suo umanesimo è ancora valido e attuale e può certamente essere punto di riferimento per quello che vogliamo costruire nel nostro tempo.
Perciò è importante che l’opera dantesca, cogliendo l’occasione propizia del Centenario, sia fatta conoscere ancor di più nella maniera più adeguata, sia cioè resa accessibile e attraente non solo a studenti e studiosi, ma anche a tutti coloro che, ansiosi di rispondere alle domande interiori, desiderosi di realizzare in pienezza la propria esistenza, vogliono vivere il proprio itinerario di vita e di fede in maniera consapevole, accogliendo e vivendo con gratitudine il dono e l’impegno della libertà.
Mi congratulo, pertanto, con gli insegnanti che sono capaci di comunicare con passione il messaggio di Dante, di introdurre al tesoro culturale, religioso e morale contenuto nelle sue opere. E tuttavia questo patrimonio chiede di essere reso accessibile al di là delle aule scolastiche e universitarie.
Esorto le comunità cristiane, soprattutto quelle presenti nelle città che conservano le memorie dantesche, le istituzioni accademiche, le associazioni e i movimenti culturali, a promuovere iniziative volte alla conoscenza e alla diffusione del messaggio dantesco nella sua pienezza.
Incoraggio, poi, in maniera particolare, gli artisti a dare voce, volto e cuore, a dare forma, colore e suono alla poesia di Dante, lungo la via della bellezza, che egli percorse magistralmente, e così comunicare le verità più profonde e diffondere, con i linguaggi propri dell’arte, messaggi di pace, di libertà, di fraternità.
In questo particolare momento storico, segnato da molte ombre, da situazioni che degradano l’umanità, da una mancanza di fiducia e di prospettive per il futuro, la figura di Dante, profeta di speranza e testimone del desiderio umano di felicità, può ancora donarci parole ed esempi che danno slancio al nostro cammino. Può aiutarci ad avanzare con serenità e coraggio nel pellegrinaggio della vita e della fede che tutti siamo chiamati a compiere, finché il nostro cuore non avrà trovato la vera pace e la vera gioia, finché non arriveremo alla meta ultima di tutta l’umanità, «l’amor che move il sole e l’altre stelle» (Par. XXXIII, 145).
BELLA STORIA (perdonate l’esternazione iniziale, ma è un “lasciapassare” concordato con il responsabile della moderazione commenti)… AVREI VOLUTO AVVIARE SUBITANEAMENTE UNA RIFLESSIONE SULLA SPERANZA CHE DANTE VUOLE TRASMETTERCI NELL’INDICSRCI L’ITINERARIO VERSO LA FELICITÀ… LA VIA RETTA PER VIVERE PIENAMENTE LA NOSTRA UMANITÀ, SUPERANDO LE SELVE OSCURE. UN PROFETA DI SPERANZA CHE CI PRE ANNUNCIA LA METÀ ULTIMA,,, FINALE.. “L’AMOR CHE MOVR IL SOLE E L’ALTRE STELLE. VIVERE È SICURAMENTE LA RIVOLUZIONE SUPREMA… VIVERE DAVVERO, TUTTAVIA, IMPLICA DI NON AVERE SPERANZA… NON AVERE LA MINIMA PREOCCUPAZIONE DEL DOMANI(il che non significa vivere nella disperazione o nell’indifferenza) SENZA ESSERE SEMPRE E SEMPLICEMENTE ALLE PRESE CON LA MORTE, COL PASSATO E IL FUTURO. QUELLI CHE È STATO O L’UTOPIA DI QUELLO CHE DOVREBBE ESSERE….MA POI HO PREFERITO INDAVARE PROPRIO SU COLUI CHE GIUDICA TUTTI, IN QUESTA IMMENSA E DIVINA COMMEDIA. SCOPRIRE IL SUO MOVIMENTO INTERIORE VERSO IL FUTURO… ED HO SCOPERTO CHE ANCHE LUI ARRIVA A GIUDICARE E PUNIRE SE STESSO. DOVE ANDRÀ DANTE DOPO LA MORTE? COLUI CHE HA GIUDICATO TUTTO IL MONDO PASSATO E A LUI COEVO, SI È GUARDATO UN ATTIMO ALLO SPECCHIO? LA VERITÀ È CHE L’ALUGHIERI, NONOSTANTE IL SUO PESSIMO CARATTERE É UOMO GIUSTO, PASSIONALE QUANTO SI VUOLE, MA SINCERO CON SE E CON GLI ALTRI. EQUANIME. NON POTEVA TRALASCIARE DI GIUDICARE SE STESSO. MA DOVE È POSSIBILE INTUIRE TALE GIUDIZIO? INFERNO, TERZO CANTO… DOVE SONO PUNITI GLI IGNAVI(quelli che non prendono mai posizione) TIPI CHE “NON STANNO NE IN CIELO NE IN TERRA” DANTE É SCOSSO… CADE PURE A TERRA PRIVO DI SENSI. IL CUPO ORIZZONTE DEL CERCHIO LAMPEGGIA E SUBENTRA UN TERREMOTO. MA QUI ACCADE QUALCOSA DI SIGNIFICATIVO. VIENE VERSO LA SPIAGGIA UN VECCHIO BIANCO PER ANTICO PELO,NOCCHIERO DI UN’AMPIA BARCA CHE AFFONDA PER IL PESO DEI PECCATI, E CHE GRIDA AI DANNATI(che egli stesso targhetta verso la “punizione eterna”) “GUAI A VOI, ANIME PRAVE” (indica anche un cartello che recita di lasciare ogni speranza “) INFATTI, L’INFERNO É IL REGNO DELLA DISPERAZIONE, MENTRE IL PURGATORIO É QUELLI DELLA SPERANZA E IL PARADISO QUELLI DELLA CARITÀ. POI, PERÒ, SI ACCORGE CHE C’È UN VIVO(DANTE) E GLI I GIUNGE DI SEPARARSI DAI MORTI… DANTE NON SI MUOVE PER NIENTE E QUELLO GLI FA UNA SOLENNE VEGGENZA CHE TERMINA CON.. “PIÙ LIEVE LEGNO CONVIEN CHE TI PORTI”. MENO MSLE CHE INTERVIENE VIRGILIO CON PAROLE MAGICHE A SEDARE L’IRA DEL DEMONIO E COSÌ FINISCE UN PO’ A TARALLUCCI E VI O E PASSA INOSSERVATA LA PREDIZIONE DI CARONTE. LA QUALE NON SOLO È RIVOLTA AL VIVO MA INDICA UN’ALTRA DESTINAZIONE A QUELL’INCONSUETO PELLEGRINO… ANCORA, PER L’APPUNTO, VIVO E VEGETO. QUESTA A ME PARE UNA PROFEZIA INTERESSANTE AL FINE DELLA NOSTRA QUESTIONE (e che ha avuto minore impatto sui lettori)… OK… LA PREDIZIONE È VAGA. COME LE MINACCIOSE INDICAZIONI DEL FUTURO ESILIO. MA… TUTTO AVRÀ UNA CHIARIFICAZIONE, E QUELLA CARONTE AVVERRÀ PRIMA DI QUANTO CONCERNE LA CACCIATA DA FIRENZE(nel 17esimo canto del Paradiso, Cacciaguida, trisavolo di Dante). QUINDI VIRGILIO E DANTE ESCONO DALK’OSCURITS INFERNALE E VEDONO FINALMENTE IL CIELO. METTONO I PIEDI SULLA SPIAGGIA DEL MONTE DEL PURGATORIO(indicata larvatamente da Caronte) E VEDONO GIUNGERE UNA LUCE CHE DI AVVICINA A VELOCITÀ INDESCRIVIBILE… È LA BARCA LEGGERA (più lieve legno CONVIEN che ti porti) ECCO UN INDIZIO. DANTE SARÀ OSPITATO SUL VASCELLO LEGGERO (LE ANIME QUI HANNO PECCATI VENIALI, PIÙ LEGGERI, NON MORTALI) ECCOCI NELLA PRIMA CORNICE DOVE INCONTRA I SUPERBI,”PUNITI A PORTARE SULLA CERVICE OGNUNO UN MASDO PESANTE CHE OBBLIGA A GUARDARE IN TERRA… DANTE PURE E COSTRETTO AD ABBASSARE IL VISO PER VEDERE SE C’È QUALCUNO CHE CONOSCE. I FATTI INCONTRA ALDOBRANDESCHU E ODERISI… CHE GLI DANNO UNA LEZIONE DI UMILTÀ (parlando male di sé stessi e bene degli altri) SOPRATUTTO CON OLDERISI SI MANIFESTA UN ALTRO INDIZIO SIGNIFICATIVO. MA LA MADRE DI TUTTE LE PROVE GIUNGE BELLA SECONDA CORNICE, DOVE SE LA VEDONO BRUTTA GLI INVIDIOSI… CON LE PALPEBRE CUCITE DA FILO DI FERRO. LI INCONTRA UNA CERTA SAPUA, SENESE. CHE IN VITA AVEVA PIÙ GODUTO DEL MALE OCCORSO AGLI ALTRI CHE DEL BENE CHE AVEVA RICEVUTO. PUR ESSENDO IMOEDITSGLI LA VISTA, LEI PERCEPISCE LA PRESENZA DI DANTE E SI CHIEDE… “É FORSE UNO AFFETTO DAL MALE DELL’INVIDIA? ED ECCO LA RISPOSTA ILLUMINANTE DELL’ALIGHIERI CHE” GIÀ SENTE SULLA SUA CERVICE”UN CERTO PESO. ” A ME PARE CHIARO… DANTE SA DI ESSERE SUPERBI, LO CONFESSA, E CI DICE QUALE SIA IL LUOGO CHE LO ATTENDERÀ DOPO LA MORTE :LA PRIMA CORNICE DEL PURGATORIO. LUOGO COMUNQUE DESTINATO, UNA VOLTA TERMINATA L’ESPIAZIONE, AL PARADISO. AMMETTE IL SUO LIMITE, RICONOSCE DA VIVENTE IL SUO PECCATO E SI PUNISCE… CONFIDANDO SPERANZOSO, TERMINATA L’ESPIAZIONE, NEL PARADISO. (comunque sappiamo bene che l’ultima parola spetta sempre al Fondamento… Law. Sa. Allah)