Moro perchè non morò – commento al Vangelo della Domenica
La Buona Novella – Introduzione al Vangelo della Domenica – V DOMENICA DI QUARESIMA / B – Gv 12,20-33
‘Moro perché non moro’ !
(S. Teresa d’Avila)
La voce del Padre dall’alto scende come cascata di luce sull’uomo della Passione, l’uomo dei Dolori, il Martire dei martiri, l’Agnello innocente sgozzato a causa del male presente nel mondo. La voce annuncia la gloria che interverrà ancora come già in passato ha riempito di splendore la carne fragile e malconcia del Figlio di Dio. Calpestato e triturato come il chicco di grano nella macchina che lo polverizzerà, fino a renderlo farina. Poi la farina, mescolata con acqua, arricchita del lievito e messa a fuoco lento nella fornace della Pasqua diventerà Pane, Eucaristia, Sacrificio di Lode, Benedizione, Redenzione.
Gesù è il seme della Vita nuova, è la Vita stessa, il Verbo che si è “rimpicciolito” (S. Bernardo di Chiaravalle) per “ingigantire” noi, poveri nani, a dignità di figli e figlie del Padre, per “innestarci” nella vita della Trinità e farci passare dalla condizione cadaverica di uomini e donne autocentrati alla libertà della comunione e all’estasi della gioia pentecostale. Sì! Anche se celebriamo la Quinta Domenica di Quaresima, il brano di Giovanni sul chicco di frumento è una estensione grande di Parola carica di speranza che ri-parte dalle Ceneri e arriva fino al Dono dello Spirito nel giorno di Pentecoste. Gesù morendo risorge; non solo. Gesù morendo diventa datore dello Spirito di vita. È stelo di una spiga che renderà nuovamente fertile il terreno stepposo dell’umanità decaduta con il peccato. “Dove passa Lui tutto si trasforma”, cantavo da piccolo con l’Acr diocesana ai campi e ai meeting. “dove Lui c’è torna la Vita, fiorisce il deserto” (Dove tu sei, Gen Rosso).
Coraggio, compagni e compagne di fede! Fratelli e sorelle! Se anche noi “la buttiamo via dalle nostre mani questa vita” (Alex Zanotelli, comboniano) come semente, la ritroveremo più gaudente e viva! Gesù stesso ricorda severamente che “chi possiede, salvaguarda, difende, trattiene … va incontro all’estinzione”, mentre solo chi “dona, perde, lancia, rischia” vive per sempre. Con le parole di Teresa la Grande diciamo: “Moro perché non moro! Vivo perché non vivo”, quasi a dire “mentre vivo, non vivo a pieno perché ho sete di infinito; ma quando finalmente come pane mi lascio mangiare e mi dono fino a morire, sto ri-nascendo, sto ri-sorgendo”.
Buona Domenica!
don Domenico Savio