Bambini, ragazzi, tenete duro: noi adulti siamo con voi
In un paese che con tanta evidenza odia i bambini e i ragazzi – è quello che ne fa nascere meno in tutto, tutto il mondo, e non li sostiene economicamente in nessun modo – era evidente che sarebbero stati loro a pagare il prezzo più alto di questa situazione.
Non importa se vanno a intasare gli studi degli psicologi e degli psichiatri, se i pronto soccorso rilevano un’impennata di tentati suicidi (per non parlare di quelli riusciti) e di gesti di autolesionismo, non importa che si deprimano, si inebetiscano davanti agli schermi e siano privati di una grande fetta della loro formazione (mentre i loro coetanei e futuri competitors di tutto il mondo vanno a scuola, inclusi americani, cinesi e giapponesi) e di tutta la loro vita sociale, fondamentale nella loro formazione, non importa che i professori siano stati ridotti a erogatori di nozioni (l’educazione avviene sempre e solo in una relazione), non importa niente, la loro solitudine, la loro tristezza, i loro bisogni non interessano a nessuno se non a noi genitori e qualche eroico insegnante che si preoccupa davvero per loro, che sa amarli e capire che i posti in terapia intensiva (tagliati incessantemente con la mannaia in questi ultimi anni, per risparmiare sui bilanci, e comunque siamo al 31% di posti presi) non sono l’unico indicatore di salute di un paese.
Ragazzi, vi prego, tenete duro, e sappiate che ci sono anche degli adulti dalla vostra parte
Costanza Miriano