editoriali

SUMMUM IUS SUMMA INIURIA- Piccola storia che dimostra perchè esiste un obbligo morale ad opporsi alle norme ingiuste

La nostra prima domenica in zona rossa non poteva che partire con il botto.

Usciamo come sempre per andare a messa e prendiamo il nostro Trafic nove posti: marito, moglie, nonna e 4 figli minori. Giunti quasi alla nostra parrocchia, ci fermano due agenti della Polizia Municipale.“Dove andate?”. “A messa”.“Dove?” – torna a domandare, nonostante fossimo a distanza ravvicinatissima ed è escluso che non avesse sentito.“A messa”.“In quale parrocchia”“Qui a 200 metri”.“Scenda dalla macchina”, dice a mio marito.

Io lo seguo e lì comincia il cinema all’aperto.“Siete troppi. Il DPCM permette che in macchina ci siano due adulti e due minori. Dovete prendere due macchine”.“Quindi secondo lei noi dovremmo con 4 figli e mia madre anziana convivente fare i turni per andare a messa?”“Questa è la legge” – risponde l’agente, gonfio come un pavone. “Ma si rende conto che siamo un nucleo familiare, tutti conviventi, con figli minori e ci troviamo su una macchina 9 posti? Lo vede che è irragionevole quanto lei chiede? Mi spiega ai fini del contagio cosa cambia se persone conviventi escono di casa con una macchina insieme o con due macchine separati?”“Signora lei vada in macchina perché sta importunando un pubblico ufficiale nell’esercizio delle sue funzioni. Lei sta commettendo oltraggio a pubblico ufficiale”.“No. Io non vado proprio da nessuna parte. Faccia il verbale. Non vedo l’ora di impugnarlo e mi denunci pure per oltraggio”.

Intanto avviso in parrocchia e sgancio Francesco che fa il chierichetto.Il super agente compila l’autocertificazione dicendo a mio marito per la domenica successiva di uscire con due macchine. Arrivati in parrocchia in ritardo, ci stavano aspettando per iniziare la messa e questa è la cosa più bella.

Abbiamo pranzato mangiando il superbo agnello cucinato da mia madre ed anche questa è una cosa bella. Ma ricordate: quando si comprimono le libertà fondamentali e si dà potere di controllare i cittadini comuni nei loro più banali spostamenti, il numero degli aguzzini è destinato a crescere ed è un bene che quello di oggi abbia incontrato noi.

Io infatti non vedevo l’ora di fare opposizione al verbale, perché se fosse capitato a chi non è avvezzo ad interloquire con lo sceriffo di turno, la domenica successiva sarebbe rimasto a casa.

Spero vi rendiate conto che il brocardo latino “Summum ius, summa iniuria” (sommo diritto equivale a somma giustizia) citato da Cicerone, ha implicazioni reali nella vita di tutti i giorni e mette in guardia dai pericoli di un’applicazione acritica del diritto, che non tiene conto delle circostanze concrete e delle finalità che si intende raggiungere con il divieto.

Secondo il DPCM quindi, se io dovessi accompagnare i 4 figli a scuola, dovremmo usare due macchine. Qualcuno mi spieghi in che modo questo obbligo aiuterebbe a ridurre i contagi (che sarebbe l’obiettivo).

Ecco, chi non vede questo consentirà il moltiplicarsi degli aguzzini, in tutti contesti, è complice dei criminali che ci spingono all’esasperazione. E con gli aguzzini non si dialoga. Si combattono in tutte le sedi: dialettiche, giuridiche e spirituali.

Giovanna Arminio (Da Noto – Siracusa)

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