Alla ricerca dei discendenti di Federico Barbarossa
Il Dott. Kai Sprenger dell’Istituto Storico Germanico di Roma (il più antico degli istituti storici della Repubblica Federale di Germania all’estero, fondato nel 1888) sta conducendo in Italia studi e ricerche sull’Imperatore Federico Barbarossa che saranno pubblicate in un volume in corso di preparazione. I suoi studi l’hanno condotto lo scorso autunno all’archivio comunale di Cerveteri, da dove si è messo sulle tracce degli ultimi discendenti del Barbarossa, che attualmente risiedono a Ceri e Cerveteri, e a incontrare la signora Loredana fiera discendente degli Hohenstaufen. Al Dottor Sprenger il Prof. Livio Spinelli ha deciso di porre alcuni quesiti per approfondire meglio la questione.
Dottor Sprenger cosa l’ha condotto a venire dalla Germania fino a Ceri?
“Avevo letto delle notizie del prof. Livio Spinelli e del dott. Silvio Caratelli di una vicenda quando poco prima dello scoppio della seconda guerra mondiale, un funzionario dell’Ambasciata tedesca, il poeta Schulemberg, aveva inviato una segnalazione all’«Ufficio ricerche razza» della Cancelleria del Reich, che in Italia, ad Anticoli Corrado, ci fossero ancora dei discendenti del Barbarossa. Il Führer diede ordine immediato all’Ambasciata di rintracciare tale Antonio Corradi, soprannominato l’Impunito, ma quando andarono ad Anticoli a cercare l’Impunito per osannarlo ultimo discendente di Barbarossa, questi era già morto. All’ambasceria, guidata da un distinto signore in nero con grossa borsa di cuoio, non restò altro che mettersi a caccia del suoi figli, un maschio e due femmine: Domenico, Vittoria e Giovanna, che però si erano trasferiti a Ceri dove facevano i carrettieri tra l’Aurelia e i Monti della Tolfa. Altre notizie le ho ricavate da un piccolo erudito saggio di un sacerdote, Padre Gabriele Carosi, sulla araldica di Anticoli e del Corrado ex Hohenstaufen. I rapporti tra gli Hohenstaufen e il Papato nel Lazio, erano rapporti tumultuosi, di incoronazioni e anatemi. L’esercito imperiale di Federico Barbarossa, comandato dal cancelliere Rainaldo vescovo di Colonia, dopo aver attraversato la maremma nel 1167 assediò per circa 2 mesi Civitavecchia. La popolazione della città, asserragliata nella solidissima Rocca e capeggiata dal figlio di Pietro Latro, sempre di nome Pietro, oppose una strenua resistenza rendendo vano ogni assalto delle fitte schiere imperiali germaniche, permettendo a Roma di consolidare le proprie difese. Solo l’intervento della flotta di Pisa, fedele all’Imperatore, fece capitolare Civitavecchia che si arrese con patti onorevoli.”
Torniamo alla vicenda di Ceri: come andarono le cose ?
“Da Anticoli l’ambasceria tedesca formata da Ufficiali delle SS, scortati dai Carabinieri, si recò a Ceri dove rintracciarono i tre Corrado ex Hohenstaufen: cercavano un maschio, il continuatore del nome e della stirpe. I carabinieri fecero da interprete. Si narra che Vittoria Corrado alla vista dei carabinieri si impaurì, mettendosi a gridare che il fratello Domenico non aveva fatto niente di male e neppure il nipote Fernando. Pare che non se ne fece niente, ma qualche mese dopo arrivò a Ceri un principe prussiano per chiedere in sposa donna Giovanna, sembra però che fu Giovanna a tirarsi indietro, non il principe. Voleva sposare un suo pari: un certo Pagnotta anch’egli carrettiere. Comunque ora ho le foto e anche l’albero genealogico, due importanti tasselli che sono riuscito a trovare qui a Ceri.”
La signora Loredana conferma questi avvenimenti, ma tiene a precisare: “All’epoca di quei fatti io ancora non ero nata. Molte cose le ho apprese dai racconti di mia mamma e dei miei zii. Per l’esattezza il discendente diretto è Fabrizio, figlio di mio cugino Domenico che vive a Roma, capelli biondi ed occhi celesti. Auguro perciò al Dott. Sprenger di portare a termine la sua ricerca e di fare piena luce su queste vicende della mia famiglia.”